Sovraffollamento dei bus, i sindacati: «Le tensioni a bordo ricadono sugli autisti: valutiamo lo sciopero»
I sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa-Cisal: «Questione sollevata già un mese fa e nessuno ci ha dato retta»
È la “patata bollente” delle ultime settimane: il sovraffollamento su pullman e autobus di tutta la Bergamasca, situazioni critiche tra studenti “ammassati” come sardine e quelli lasciati a piedi per strada a causa dei mezzi troppo pieni. Dopo giorni di fuoco, tornano sulla questione i sindacati del comparto Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa-Cisal.
«Da tempo siamo ben consapevoli dei nodi critici del sistema del trasporto pubblico – hanno spiegato i rappresentanti dei sindacati –. Già il 7 settembre avevamo messo in guardia istituti scolastici, politica e cittadinanza dal possibile sovraffollamento a cui si andava incontro con la riapertura delle scuole».
A settembre l'appello dei sindacati era di tornare al sistema di scaglionamento ingressi negli istituti scolastici, proprio come accadeva in pandemia, per permettere alle linee di autobus di reggere al grande flusso di studenti in transito.
«Quello che avevamo previsto si è concretizzato – sottolineano i sindacati –. Ora la situazione ricade sugli autisti in forza, chiamati a rispondere alle difficoltà di passeggeri infuriati. Con un giro di assemblee nei prossimi giorni ci confronteremo con loro e con gli altri soggetti del territorio. Non escludiamo di ricorrere allo strumento estremo dello sciopero, non per aggiungere disagio a disagio, ma perché tutti abbiano la consapevolezza di quello che sta accadendo».
«Occorreva riproporre anche per quest’anno lo stesso modello – concludono –. Mancano autisti, il settore è sempre meno appetibile, non attrae più lavoratori per le condizioni dei turni e soprattutto per gli stipendi bassi. La questione salariale è centrale. Ecco perché servono investimenti. Al di là del Contratto nazionale, nel Tpl da sempre si demanda l’aspetto salariale alla contrattazione aziendale, ma oggettivamente, senza risorse, le aziende locali hanno le mani legate».