La risposta

Spazi della De Amicis gratis per insegnare l'arabo, il Comune: «Favorisce l'inclusione»

Il centrodestra aveva presentato un'interrogazione a inizio ottobre proponendo piuttosto lezioni di potenziamento dell'italiano

Spazi della De Amicis gratis per insegnare l'arabo, il Comune: «Favorisce l'inclusione»
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L'insegnamento della lingua araba da parte del centro islamico negli spazi della scuola primaria De Amicis di Bergamo ha l'obiettivo di favorire «il riconoscimento culturale tra i giovani, aiutandoli a sentirsi parte integrante della società». Inoltre, il suo apprendimento tra i bambini di seconda generazione sarebbe uno «strumento per costruire una comunità inclusiva e multilingue, pronta ad affrontare le sfide di un mondo globalizzato».

L'interrogazione del centrodestra

Questa oggi (lunedì 4 novembre) in sintesi la risposta degli assessori Marzia Marchesi e Giacomo Angeloni all'interrogazione, presentata all'inizio di ottobre, da Andrea Pezzotta con la sua lista e da tutta l'opposizione di centrodestra. Il mese scorso, il consigliere domandava alla Giunta come mai gli spazi, concessi a titolo gratuito e temporaneo per l'aiuto compiti dei bambini, fossero stati destinati anche all'insegnamento della lingua araba, che non rientrerebbe nelle casistiche indicate dall'articolo 12 del Regolamento per le concessioni del Comune.

Pezzotta domandava se, invece, non fosse più indicato implementare l'insegnamento dell'italiano e degli istituti e principi democratici del nostro ordinamento democratico. «Non si comprende - aveva scritto - come l'insegnamento della lingua araba possa essere "rilevante per fini pubblici o per l'interesse collettivo", tanto da giustificare la concessione degli spazi a titolo gratuito».

Per la Giunta «si favorisce una comunità inclusiva»

«Permettere ai bambini di seconda generazione di apprendere la lingua e la cultura di origine in spazi pubblici  - hanno spiegato i due esponenti della Giunta Carnevali - aiuta a creare un ambiente di inclusione, dove possono sviluppare un'identità equilibrata, che integra sia le radici culturali familiari che quella italiana. Questo equilibrio è fondamentale per prevenire l'isolamento e costruire una comunità coesa, che abbraccia le diversità come risorse. Tale opportunità rafforza i legami familiari e favorisce un dialogo intergenerazionale che sostiene lo sviluppo dell'autostima e del senso di appartenenza».

Gli assessori, inoltre, hanno sottolineato come «il bilinguismo rappresenta un vantaggio non solo per l’individuo ma per la comunità. Numerosi studi dimostrano che i bambini bilingui sviluppano abilità cognitive avanzate, come una maggiore capacità di problem-solving e flessibilità mentale, abilità che li rendono futuri cittadini più competenti e capaci. Questi benefici si estendono anche a livello economico e culturale: una generazione bilingue può promuovere le relazioni commerciali, culturali e diplomatiche con i paesi di lingua araba, arricchendo l’Italia di una risorsa preziosa in un contesto sempre più globalizzato».

Per Marchesi e Angeloni, gli spazi pubblici per l’insegnamento dell’arabo sono un segno di rispetto verso le radici culturali delle famiglie con quelle origini e un invito al dialogo interculturale. «L'apprendimento della propria lingua e cultura in contesti pubblici, dove sono promossi i valori della democrazia e del rispetto reciproco, aiuta i giovani a sentirsi accettati e compresi nella loro unicità culturale. I giovani che sviluppano una doppia identità bilanciata hanno meno probabilità di sentirsi esclusi o alienati e sono meno inclini a cercare appartenenza in contesti che potrebbero favorire estremismi. Questa iniziativa, dunque, ha anche una funzione preventiva, volta a ridurre fenomeni di radicalizzazione e rafforzare la sicurezza sociale».

In aggiunta, la concessione di spazi per corsi di arabo potrebbe in futuro estenderne l'insegnamento anche a cittadini italiani interessati per motivi accademici, personali o professionali.  L’Amministrazione, concedendo questi spazi, ha precisato di aver voluto dimostrare un impegno per una comunità inclusiva e unita. «Tale supporto - hanno concluso - riflette i principi di apertura e integrazione che caratterizzano la visione dell’Amministrazione, rispondendo a un bisogno sociale ed educativo».

Commenti
Andrea Cavagna

Perché invece non fare corsi di Italiano alle mogli in tante famiglie straniere che vengono spesso tenute a casa per motivi culturali e religiosi (uomo superiore alla donna)? Ci deve essere anche la volontà di essere integrati

Valter

Invece di inventarsi spazi della De Amicis "gratis" per insegnare l'arabo per favorire l'inclusione, il Comune dovrebbe creare posti da dormire per tutti gli sbandati che si vedono dopo mezzanotte ad occupare panchine, i portici del Sentierone, I Propilei di Porta Nuova o nei cortili privati con coperte e materassi faciscenti. Prima, per dieci anni con la politica dell'accoglienza avanti tutti", li fanno arrivare con barche e barchini e ora si lamentano se delinquono con l'attuale Governo.

Beppe

Per riassumere: insegno a uno straniero in italia un'altra lingua straniera per integrarsi con chi quella lingua non la parla? A meno che sia aperto a soli italiani per capire cosa si dicono tra loro chi parla arabo...

Franco

È una delle tante iniziative SINISTROIDI a favore dei futuri votanti del PD... ma a spese di tutti i cittadini.

Alberto

Livello sociologico del bergamasco è veramente da asilo nido.

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