Quelli che si oppongono

Statuto Fondazione Carrara, via il Comitato dei Garanti: «Così il controllato fa il controllore»

Alcuni contestatori denunciano la proposta di modifica che verrà discussa in Consiglio comunale a Bergamo il 9 maggio

Statuto Fondazione Carrara, via il Comitato dei Garanti: «Così il controllato fa il controllore»
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Il Comitato dei Garanti, organo di controllo del consiglio di amministrazione della Fondazione Accademia Carrara, rischia di essere estinto. Lunedì prossimo (9 maggio) verrà discussa in consiglio comunale una proposta di modifica allo statuto della Fondazione (approvato nel 2015) che ne prevede l’eliminazione.

I cambiamenti proposti, secondo alcuni contestatori, rischierebbero di «fare del controllato il controllore», visto che delegherebbero al consiglio d’amministrazione le funzioni che ora sono in capo al Comitato dei Garanti.

«Apprendiamo che l’intenzione del nostro sindaco è quella di ricondurre al consiglio di amministrazione tutti i poteri – scrivono in una lettera Donatella Esposti, Diego Bonifaccio, Sem Galimberti e Giovanni Ginoulhiac -. Per farlo, viene proposto, a tambur battente, al consiglio comunale uno schema di modifica impressionante nella sua evidenza visiva: la cancellazione integrale, con un semplice rigo, degli articoli 15 e 16».

Secondo l’attuale statuto, il Comitato ha i compiti di esprimere pareri sulle linee generali dell’attività della Fondazione o sui bilanci, proporre ambiti di intervento, nominare il vicepresidente e i membri del CdA di sua spettanza, così come quelli dell’advisory board, il comitato scientifico, il revisore legale, deliberare eventuali modifiche statutarie, lo scioglimento della Fondazione o la devoluzione del patrimonio. Inoltre, le modifiche allo statuto prevedrebbero che i criteri per la qualifica di fondatori e cofondatori siano discrezionali e affidati al consiglio di amministrazione.

«Vorremmo ricordare al nostro sindaco che l’Accademia Carrara è patrimonio della comunità bergamasca – continua la lettera -. Le sue finalità furono garantite a partire dal lascito del conte Giacomo Carrara (“onde giovare la Patria e il prossimo”) e confermate quando, dal 1958, il Comune di Bergamo acquisì il patrimonio, con il trasferimento al pubblico demanio, della commissarìa dell’Accademia Carrara. Ci chiediamo se le modifiche operate dal 2015 ad oggi continuino a perseguire le stesse finalità e quanto la cittadinanza sia stata coinvolta e resa consapevole di queste trasformazioni strutturali. Esprimiamo pubblicamente tutta la nostra preoccupazione per il rischio, che concretamente ravvisiamo, di svuotamento progressivo dell’essenza pubblica del prezioso patrimonio della Carrara e ci auguriamo che il consiglio comunale non approvi questa ultima, pesante modifica».

Nell’occasione, i contestatori hanno anche annunciato che organizzeranno il 10 giugno un’iniziativa sulla Carrara alla quale hanno invitato «il sindaco, l’assessore alla Cultura e la direzione della Carrara a partecipare con proprie comunicazioni».

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