Stezzano, "pallina avvelenata": il sindaco Tangorra risponde al Tennis club
Dopo le dichiarazioni di Cuciti, il primo cittadino: «Non hanno avuto la pazienza di aspettare che si concludesse la procedura di assegnazione»
di Laura Ceresoli
L'autunno di Stezzano è caldo per quanto riguarda il tema degli impianti sportivi. Dopo le recenti dichiarazioni del maestro Luca Cuciti, direttore tecnico del Tennis club, costretto dopo quarant'anni a trasferirsi ad Azzano San Paolo in seguito all'impossibilità di rinnovare la collaborazione con il Comune di Stezzano, ora è il sindaco Simone Tangorra a dire la sua.
«Qualcuno la cui attività si svolgeva sull'impianto, ha ritenuto di essere stato trattato “a pesci in faccia” perché non ha avuto la pazienza di aspettare che si concludesse la procedura di assegnazione e ha preferito emigrare altrove, pur a fronte dell'impegno dell'amministrazione a fare da tramite con il nuovo gestore - precisa il primo cittadino -. Qualcun altro utilizzava una parte dell'impianto praticamente in esclusiva senza alcuna convenzione e senza nessun investimento, concretamente facendo business (anche le associazioni sportive, tranne quelle di volontariato, sono centri di interesse economico) attraverso un impianto pubblico senza alcuna contropartita da parte sua che non fosse l'affitto degli spazi, come un qualunque altro utente».
«Costoro, quando abbiamo fatto presente la necessità di mettere mano alla situazione, hanno lungamente dialogato con l'amministrazione, presentando nel corso delle interlocuzioni un progetto che non stava in piedi dal punto di vista finanziario (non lo dico io, ma i tecnici). Poi non hanno nemmeno partecipato alla manifestazione di interesse. Il sottoscritto li ha però messi in contatto con il nuovo gestore: non hanno trovato gli accordi. Ora se ne vanno "sbattendo la porta", come ho letto, sentendosi defraudati e dovendo “abbandonare quella che per lungo tempo è stata la casa di cui ci siamo presi cura”».
A tal proposito il sindaco precisa: «Primo, si tratta non di casa loro, ma dei cittadini di Stezzano. Secondo, non se ne sono mai presi cura perché (...)