Battuta d'arresto

Stop al cantiere della nuova Gamec, l’opposizione: «Criticità note dal 2024». La Giunta: «Ripartirà a Pasqua»

Il centrodestra chiede spiegazioni e teme che si perdano i fondi europei, il Comune: «Individueremo presto un'altra impresa»

Stop al cantiere della nuova Gamec, l’opposizione: «Criticità note dal 2024». La Giunta: «Ripartirà a Pasqua»

Una tegola bella pesante, quella della nuova Gamec, per Palazzo Frizzoni: dopo l’annuncio della risoluzione del contratto con l’impresa appaltatrice, la Manelli Spa, e il rischio di non chiudere il cantiere entro luglio 2026, sono tanti gli interrogativi dei cittadini e dall’opposizione. Si poteva intervenire prima? Quando si ripartirà con un’altra azienda? Ma soprattutto: adesso siamo ancora così sicuri dei finanziamenti europei, dato che i lavori, con molta probabilità, non verranno ultimati l’anno prossimo come da scadenza?

L’opposizione chiede chiarimenti

Sono tutte domande presenti nell’ordine del giorno urgente, presentato stamattina (lunedì 22 dicembre) da tutti i gruppi di minoranza, a prima firma di Ida Tentorio (FdI). Erano mesi che perfino ai passanti risultava ben poco il movimento di operai e mezzi sul sito, quell’ex Palazzetto dello Sport che doveva rinascere come fiore all’occhiello del post-Capitale della Cultura 2023.

Insomma, i sintomi che qualcosa non andasse ce l’avevano anche i cittadini, ma ciò che contesta il centrodestra è che, nell’ultimo consiglio comunale di giovedì scorso (18 dicembre), la Giunta non abbia detto sostanzialmente niente a riguardo, affidandosi solo in seguito a una comunicazione ufficiale, ma all’esterno del Consiglio comunale.

«Criticità note dall’anno scorso»

«La risoluzione contrattuale annunciata dal Comune di Bergamo non rappresenta un atto di fermezza amministrativa, bensì l’ammissione esplicita di un fallimento nella gestione del cantiere – ha dichiarato Tentorio -. Per mesi è risultato sostanzialmente fermo, con una presenza irrisoria di operai, ponteggi e reti di protezione installati senza avanzamenti reali dei lavori, in un quadro di immobilismo evidente e sotto gli occhi di tutti».

Criticità che per la meloniana erano note già dall’anno scorso, quindi non si può nemmeno dire che se ne sia venuti a conoscenza in maniera improvvisa, senza che nessuno potesse prevedere l’esito a cui si è ora giunti. «Nonostante ciò, l’Amministrazione comunale non ci risulta che abbia esercitato con la necessaria tempestività e incisività il proprio ruolo di stazione appaltante, omettendo controlli efficaci e interventi correttivi».

Per la consigliera, che parla evidentemente a nome di tutta l’opposizione, la situazione attuale non sarebbe il frutto di un evento eccezionale, ma «il risultato di una gestione opaca e politicamente irresponsabile: i ritardi accumulati, il rischio di contenziosi, le possibili penali e la concreta minaccia di perdita di finanziamenti pubblici rappresentano un danno grave per la città e la totale assenza di assunzione di responsabilità politica, da parte dell’Amministrazione, aggrava ulteriormente la vicenda».

Le richieste alla Giunta

Alla Giunta Carnevali sono state quindi chieste una relazione dettagliata di tutte le verifiche ed i controlli sul cantiere dal 2024 ad oggi, i nomi dei responsabili che in Municipio dovevano vigilare e spiegazioni sul perché non si sia agito prima, per evitare di andare a sbattere.

Si è inoltre domandata una quantificazione del possibile danno economico tra ritardi, possibili penali, aumenti di costi e contenziosi, oltre che la possibile perdita di fondi Pnrr. L’opposizione vuole anche avere un cronoprogramma preciso e dettagliato, un’assunzione di responsabilità politiche per quanto accaduto e, per concludere, la massima trasparenza, con documenti e atti, rispetto a ciò che è successo negli ultimi mesi.

La replica dell’Amministrazione

La Giunta, da parte sua, ha già in parte replicato alle accuse mosse dagli avversari, spiegando che la ditta Manelli aveva già avuto problemi anche con altre Amministrazione comunali in giro per l’Italia, dovute alla crisi finanziaria che sta attraversando. L’intenzione sarebbe individuare una nuova impresa dalla graduatoria già stilata, senza fare una nuova gara, comunque nel pieno rispetto delle regole sugli appalti. L’idea è quella di ripartire verso Pasqua, ultimando gli interventi probabilmente nella seconda metà del 2027.

Secondo quanto dichiarato a L’Eco di Bergamo dall’assessore alla Riqualificazione urbana, Francesco Valesini, dal Ministero avrebbero dato delle garanzie rispetto al mantenimento dei finanziamenti, anche se la chiusura del cantiere slitterà di un anno. Il pronunciamento del Collegio consultivo tecnico, tuttavia, arriverà solo a inizio 2026.

Valesini ha anche risposto sulla mancanza di comunicazioni sulla vicenda in Consiglio comunale, spiegando che si trattava di una questione delicata, anche dal punto di vista legale, e che anche in vista di futuri contenziosi, l’Amministrazione non poteva far sapere in anticipo la sua intenzione, prima di consultarsi con tecnici e avvocati. Adesso si dovrà vedere se i chiarimenti che, si immagina per forza di cose, arriveranno durante il prossimo Consiglio comunale, soddisferanno l’opposizione. Il cui parere appare comunque chiaro: questo guaio si poteva evitare.

Non è della stessa opinione la maggioranza, ma il sospetto è anche che quello bergamasco sia solo un esempio, molto locale, di un problema nazionale: il rispetto delle scadenze nei progetti, anche dovuto a volte alla mancanza di strumenti per fronteggiare certe difficoltà, come quelle dei ritardi per inadempienza delle imprese.