pare una maledizione

Tra la variante di Zogno e la sua apertura ci si è messo di mezzo pure un fulmine

È caduto durante un temporale nelle vicinanze degli impianti collegati al sistema dei sensori di sicurezza, mandando in tilt una delle schede di controllo

Tra la variante di Zogno e la sua apertura ci si è messo di mezzo pure un fulmine
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Sulla variante di Zogno pare esserci una maledizione tale per cui, non appena si avvicina la data per l’apertura della nuova strada, questa viene rimandata ulteriormente. A causa di un fulmine caduto durante un temporale, come riporta Corriere Bergamo, pare infatti che il taglio del nastro non avverrà prima di ottobre.

A metà agosto un fulmine è caduto nelle vicinanze degli impianti collegati al sistema dei sensori di sicurezza, mandando in tilt una delle schede di controllo, e per riparare la scheda ci è voluto un altro mese.

Regione Lombardia aveva promesso più volte che entro la fine di giugno il nuovo collegamento stradale sarebbe stato agibile, in tempo per l’avvio della stagione turistica estiva. Nel frattempo si sono messi di mezzo incidenti di percorso, problemi e guasti agli impianti che hanno fatto slittare l’apertura fino ad oggi.

I lavori però, fortunatamente, sono stati ufficialmente terminati e all’inizio della settimana la Provincia di Bergamo ha ricevuto tutti i documenti e i risultati dei collaudi. L’opera, che dovrebbe servire a snellire il traffico pendolare della Val Brembana, è costata 76 milioni di euro, di cui circa 60 finanziati dal Pirellone.

È composta da due tratti a cielo aperto e da due gallerie naturali: la galleria Inzogno, lunga 654 metri, e la galleria Monte di Zogno, di poco più di due chilometri. La sicurezza dei tunnel verrà garantita da un sistema di sensori che consentiranno a una società dell’Aquila di monitorarne a distanza le condizioni (come già avviene con la Montenegrone).

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