Il sibilo di un’ambulanza squarcia l’aria umida del mattino. Piove. La vettura della Croce Rossa procede a singhiozzo nonostante le sirene spiegate, con le luci blu che si riflettono sulle carrozzerie bagnate delle auto incolonnate al semaforo. Avanza a fatica per via XXIV Maggio. Quando raggiunge l’incrocio con via dello Statuto, trova la strada completamente bloccata.
Davanti alla piazzetta, la corsia di destra è un puzzle di veicoli: chi si è fermato “solo un attimo” per il caffè, chi ha trasformato quello spazio in posto auto personale. L’ambulanza cerca di immettersi in via Santa Lucia, ma è costretta a cambiare strada. Di lì non si passa.
Il quartiere non respira
«La maleducazione e l’inciviltà la fanno da padroni ormai – dice un residente mentre osserva la scena con rassegnazione -. Clacson selvaggi, motorini senza silenziatore, parcheggi abusivi ovunque. Peggio di così… Bergamo sta diventando come le città del Sud. E lo dico io che sono meridionale».

Non è retorica da bar. È il racconto corale di chi vive Santa Lucia ogni giorno, di chi ha visto il proprio quartiere trasformarsi in un ingorgo permanente. Le lettere alla redazione si accumulano: tutte raccontano la stessa storia, con sfumature diverse ma identica frustrazione.
Dietro al bancone di uno dei locali che s’affacciano sulla piazzetta, una commerciante non ha dubbi: «Dovevano lasciare un po’ la strada com’era prima, sicuramente non stringerla, perché crea ancora più colonna».

Il riferimento è al cantiere per la pista ciclabile di via Statuto, partito ad agosto. «Un’opera abbastanza inutile, più che altro perché crea un sacco di traffico (…)