Tragedia di Bargi, Cisl Bergamo: «Servono ispettori e una nuova cultura del lavoro»
Il segretario Francesco Corna: «Siamo la provincia con il minor numero di tecnici in organico». Nuove assunzioni col decreto
Più di sessanta persone della delegazione bergamasca hanno preso parte alla manifestazione nazionale della Cisl in tema di sicurezza nel lavoro, andata in scena oggi al PalaTiziano a Roma.
“Fermiamo la scia di sangue - Sicurezza sul lavoro, un impegno comune" è lo slogan che riassume senso e obiettivi della manifestazione. Delegate e delegati per la sicurezza di ogni settore produttivo hanno dato voce a una mobilitazione che da febbraio impegna il sindacato in centinaia di assemblee e iniziative sui territori, con l’obiettivo di sensibilizzare istituzioni e imprese, migliorare e rafforzare i contenuti del Decreto legge n.19 e promuovere una proposta complessiva, che ponga fine alla perdita di vite nei luoghi di lavoro.
A Bergamo pochi ispettori
«Ci troviamo qui, dopo la grande tragedia di Bargi, consapevoli che ormai non ci siano più scuse per aspettare a promuovere una cultura della sicurezza degna finalmente di un paese civile – ha detto Francesco Corna, segretario generale della Cisl Bergamo -. Bergamo, a livello nazionale, è la provincia con il numero di personale più basso nelle agenzie che dovrebbero vigilare sulla sicurezza. Da tempo chiediamo che si intervenga su questa situazione, favorendo in ogni modo i lavoratori che dovrebbero giungere a Bergamo, anche con iniziative e condizioni di alloggio favorevoli».
Nuove assunzioni con il decreto
Il rappresentante ha poi insistito sul ruolo attivo della politica in questo ambito: «Per noi è necessario che ci siano al più presto tutte le assunzioni necessarie. A tal fine, contiamo nell’approvazione del decreto che dovrebbe prevedere l'assunzione dei nuovi ispettori, grazie anche alla tenacia dell'azione della Cisl nei confronti del Governo. La proposta della patente a punti non potrà avere fortuna senza un numero adeguato di ispettori che facciano rispettare le regole».
Per Corna, «è necessario che il fenomeno non venga affrontato solo il giorno dopo le tragedie e solo con spot, o che a ogni lutto si dichiari sciopero, senza che la cosa non risolva la tematica, che invece va affrontata soprattutto con la prevenzione e la formazione. Finché ci saranno un solo morto o un solo ferito, nessuno potrà sentirsi esentato dall’impegno».