I sindacati

Trasporto extraurbano in crisi e condizioni autisti peggiorate: chiesta ricontrattazione ad Arriva

Corse affollate, alto turn over, carenza d'autisti, poche risorse e bassi salari. Le sigle domandano la revisione dell'accordo

Trasporto extraurbano in crisi e condizioni autisti peggiorate: chiesta ricontrattazione ad Arriva
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I sindacati, qualche giorno dopo la riapertura delle scuole, denunciano il peggioramento della situazione lavorativa degli autisti del Trasporto pubblico locale extraurbano e chiedono una rinegoziazione dell'accordo con Arriva.

«Suona la prima campanella e parte, puntuale, la solita polemica. Fondata, reale, concreta, ma pur sempre la stessa, immutata ogni anno perché nulla viene fatto per risolvere i problemi. Da molto tempo denunciamo la profonda crisi del trasporto pubblico locale arrivato al collasso, fra alto turn over dei lavoratori, tendenza alla cronicizzazione della carenza di autisti, condizioni di lavoro peggiorate, penuria di risorse economiche, bassi salari».

La crisi del trasporto pubblico

Le sigle puntualizzano che questo mestiere non è più considerato appetibile ormai, hanno detto oggi. «La mancanza di risorse e stanziamenti nel comparto - hanno dichiarato i segretari generali Marco Sala di Filt-Cgil e Pasquale Salvatore di Fit-Cisl di Bergamo - non significa solo impossibilità di migliorare le condizioni salariali, ma anche difficoltà nel rinnovare e aumentare i mezzi. Questo si traduce in un complessivo peggioramento del servizio, tra sovraffollamento nelle ore di punta – soprattutto scolastiche - e minore attrattività come strumento di mobilità alternativo. Il Tpl sembra essere stato abbandonato al suo destino come fosse un settore marginale».

Per i rappresentanti fino a quando le istituzioni, cioè Regione e Ministero dei Trasporti, non passeranno dalle parole ai fatti, e cioè finché non incrementeranno le risorse economiche da stanziare per i salari ma anche per il rinnovo e l’aumento dei mezzi, nulla cambierà in termini di sovraffollamento e mancanza di personale.

In provincia di Bergamo è soprattutto il settore del trasporto pubblico extraurbano a mostrare fragilità, problemi e a registrare tensioni. È l’azienda Arriva che gestisce quasi tutto il servizio esterno al capoluogo.

Chiesta la ricontrattazione ad Arriva

«Da parte sindacale, con Arriva dobbiamo rimettere mano alla regolazione dei turni spalmati sui cosiddetti nastri di 14 ore. Per nastro lavorativo intendiamo l’impegno medio giornaliero, che il Contratto Collettivo nazionale di lavoro prevede di 12 ore, a fronte di un orario effettivo di lavoro di 6 ore e mezzo, di norma con la possibilità massima di tre riprese. Un accordo siglato con Arriva nel 2017 allungò il nastro fino alle 14 ore. Da quell’intesa dobbiamo ripartire, per cambiarla. Chiediamo ufficialmente di riaprire la discussione. È ora di farlo, Arriva non può sottrarsi».

Quell’accordo - hanno spiegato i sindacalisti - fu una soluzione trovata a fronte della disdetta unilaterale di tutti i vecchi accordi Sab in concomitanza con il processo di fusione con Sal, per confluire appunto in Arriva. «Si decise di sottoscriverlo per la salvaguardia del salario, concedendo deroghe sull’orario di lavoro. Non abbiamo avuto altra scelta, il clima era terribile, era stata azzerata completamente tutta la storia di relazioni sindacali precedenti. Poi è arrivato il Covid che ha messo in ginocchio il settore, immobilizzando ancora di più la contrattazione di secondo livello. Oggi però pensiamo sia giunto il momento di rivedere quell’intesa, per i 280 autisti di Arriva che non ce la fanno più e che hanno ragione».

Le sigle per la prossima settimana hanno programmato un incontro con il nuovo direttore dell’Agenzia di trasporto pubblico locale, ma la data precisa è ancora da fissare.

Commenti
Marcello

La spirale verso il basso della qualità dei servizi (di OGNI servizio pubblico) potrebbe essere invertita solo a prezzo di grandi investimenti in personale, numero di corse e sicurezza dei passeggeri. Cosa che nessuno farà mai. E perciò tutto continuerà ad andare inevitabilmente sempre peggio. Ormai, tolti gli studenti, usano i servizi pubblici quasi solo quelli che non pagano il biglietto (lol)

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