Fare squadra per sostenere le vittime è l’obiettivo che ha guidato la stesura delle nuove linee guida della Rete interistituzionale antiviolenza area Bergamo Est (Rita), presentate martedì 28 ottobre nella sala consiliare del Comune di Seriate, ente capofila del progetto.
Il documento – elaborato insieme a tribunale di Bergamo e Brescia, procure, Università degli Studi di Bergamo, Ats e Asst Bergamo Est, ordini professionali e centri antiviolenza – vuole offrire strumenti concreti a magistrati, avvocati, consulenti tecnici, assistenti sociali e operatori sanitari impegnati nei procedimenti civili e minorili che riguardano casi di violenza domestica o di genere.
«Riconoscere la violenza e le sue conseguenze su donne e figli non è sempre semplice», ha spiegato Lina Losacca, coordinatrice della Rete Rita «Le linee guida servono proprio a fornire agli operatori strumenti chiari e condivisi per affrontare casi complessi».
Le linee guida si collocano nel solco della Convenzione di Istanbul e delle normative più recenti, che richiedono una formazione specifica per chi opera nella giustizia e nei servizi sociali.
Tuttavia, nonostante il quadro normativo sia chiaro, l’applicazione pratica resta complessa: «In molti contesti – ha continuato Losacca – la violenza viene ancora confusa con il conflitto familiare, e spesso si ignorano le asimmetrie di potere che caratterizzano le relazioni abusive». Le linee guida puntano a contrastare questa confusione e a garantire una valutazione professionale.
Come ha chiarito Veronica Marrapodi del Tribunale di Bergamo, il documento stabilisce che «consulenti, esperti e ausiliari del giudice debbano possedere competenze certificate sulla violenza di genere».
Il giudice, ha aggiunto (…)