Dopo Omicron

Un po' di scientifico ottimismo: la pandemia, forse, sta finendo (lo scrive "The Lancet")

Il professor Christopher Murray spiega che il Covid resterà, ma con conseguenze molto meno gravi

Un po' di scientifico ottimismo: la pandemia, forse, sta finendo (lo scrive "The Lancet")
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di Andrea Rossetti

Il Covid continuerà, ma la fine della pandemia è vicina. Una previsione ottimistica e non nuova, che ora è stata “certificata” da The Lancet, la (forse) più prestigiosa rivista scientifica al mondo. Quella frase, infatti, è il titolo di un articolo scritto dal professor Christopher Murray dell’Institute for Health Metrics and Evaluation di Seattle (Usa) e pubblicato il 19 gennaio scorso.

Murray, nella sua analisi, parte dell’incredibile velocità con cui la variante omicron si sta diffondendo nel mondo, tanto che «entro la fine di marzo 2022 oltre il cinquanta per cento della popolazione mondiale si sarà infettato». Questo tenendo anche conto che, a differenza delle precedenti varianti, con omicron «le proporzioni delle infezioni asintomatiche sono molto più alte, stimabili tra l’80 e il 90 per cento (contro il 40 per cento delle altre, ndr)». Insomma, tante persone sono state infettate (o lo saranno), ma non se ne sono neppure accorte. Per questi motivi, secondo Murray, una volta superata l’ondata omicroniana in corso «il Covid tornerà, ma la pandemia no».

Questa ampia e crescente esposizione al virus, in parallelo alla massiccia azione vaccinale, all'avvento degli antivirali e «alla consapevolezza che i vulnerabili possono proteggersi durante le ondate future, quando necessario, usando mascherine di alta qualità e distanziandosi fisicamente», scrive Murray, ci porterà a un'endemizzazione del virus e, quindi, all’uscita dalla fase critica della pandemia.

L’articolo di The Lancet, poi, spiega anche come «l’era delle misure straordinarie da parte dei governi e delle società per controllare la trasmissione di Sars-CoV-2 sta per finire». L’evolversi della situazione, infatti, secondo Murray sta mostrando come le misure prese e introdotte dai governi per contrastare l’avanzata del virus (di questo virus) siano sostanzialmente inutili data l’altissima trasmissibilità della omicron. Mascherine, lockdown, zone colorate, eventuali quarte dosi: il loro impatto è minimo, perché il virus va molto più veloce. Solo laddove l’ondata omicron non è ancora iniziata queste misure potrebbero avere un effetto più sostanziale. Non in Italia e in Europa dunque. Cosa che spiega anche perché, a fronte di misure molto diverse attuate dai vari Paesi, i risultati nel contrasto all’avanzata del virus, alla fine, si stiano dimostrando praticamente dappertutto uguali (e quasi nulli).

Ovviamente, questo articolo non è legge. Si tratta di un’opinione, per quanto scientifica e basata su dati ed evidenze. Ma apre una riflessione importante su quale debba essere l’orizzonte di misure di contrasto al Covid da prendere da qui ai prossimi mesi.

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