«Una senzatetto e il suo cagnolino hanno bisogno di aiuto», la solidarietà bergamasca risponde
A raccontarci la vicenda Bruno Boffelli, che ha notato come non solo lui, ma in tanti abbiano cercato di dare una mano, ciascuno a suo modo
Tantissimi i commenti, ancora di più le condivisioni, ma soprattutto tante persone che si sono attivate concretamente, dimostrando come la solidarietà bergamasca sia capace di rispondere alle esigenze di chi è più in difficoltà. Nei primi giorni di gennaio, sulla pagina Facebook "Cani/Gatti smarriti Bergamo e provincia" è comparso un post nel quale veniva segnalata la presenza in zona portici del Balzer di una signora con il suo cagnolino, entrambi infreddoliti e bisognosi di aiuto.
Alla ricerca della donna
Tra chi si è attivato alla vista del post c'è anche Bruno Boffelli, presidente di Leidaa Bergamo, che ha scritto alla nostra redazione per raccontare la catena di solidarietà nata da una semplice condivisione online. «Inutile dire che dalla prima lettura ho pensato di portare un aiuto immediato quanto meno coperte e cibo sia per la donna che per il povero animale, quindi alle 23.30 ho caricato dei sacchi cibo per cani in auto (come associazione animalista abbiamo delle scorte sempre presenti), cibo per la signora e sono partito con destinazione Bergamo zona Donizetti».
Così è iniziata la ricerca della donna, tempestivamente comunicata nel suo svolgersi sotto al post Facebook, per tenere aggiornati i tanti che, pur non potendo intervenire direttamente, si sono lasciati coinvolgere dalla vicenda e hanno iniziato a dare consigli a Boffelli su dove la donna avrebbe potuto trovare riparo la notte insieme ad altre persone senza fissa dimora.
Tuttavia, le ricerche non hanno avuto successo, se non nella tarda mattinata successiva: «Ore 11 ecco che la troviamo - ci scrive ancora Boffelli -: lei con il suo amico quattro zampe. Dopo averle portato cibo, coperte, qualche soldo, giubbino per il cane (portato da una signora arrivata lì per un aiuto), siamo rimasti con lei per due ore circa ascoltando la sua storia drammatica fatta di povertà, indifferenza delle istituzioni, di malattia, di attese disumane per visite che non arrivano fino allo sfratto di casa e la perdita del lavoro (la signora pare sia in attesa di invalidità ma ancora nulla)».
Gli «invisibili»
Boffelli non era il solo a essere andato in cerca della donna: «In quelle due ore sono arrivate anche altre persone. I bergamaschi sono davvero delle brave persone. Ora io ho recuperato un contatto per potermi tenere aggiornato sui vari spostamenti e per essere pronto, naturalmente con l’aiuto delle persone accorse con me, ma la cosa bella, se fosse possibile, sarebbe avere una sorta di visibilità su questi invisibili che davvero hanno un grande bisogno di aiuto, oggi più che mai».
Come suggerito sotto il post, uno dei principali problemi dei centri di accoglienza è che la quasi totalità non accetta persone con animali, ma la signora non vuole staccarsi dal suo cagnolino.