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Una storia nera di debiti e depressione rischiarata dalla "legge salva suicidi"

Un operaio bergamasco si è visto azzerare i carichi grazie alla norma nata nel 2012, dopo la crisi che portò molti a decisioni estreme

Una storia nera di debiti e depressione rischiarata dalla "legge salva suicidi"
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È una storia di speranza quella che ha per protagonista un operaio della provincia di Bergamo e la legge 3 del 2012 conosciuta come "legge salva suicidi". A raccontarla è il Corriere Bergamo che ripercorre le tappe della vita di quest'uomo, oberato dai debiti dopo una serie di difficoltà.

Le prime difficoltà

Secondo quanto riportato dalla testata locale, l'operaio in questione sembrava avere una vita normale e avviata a volgersi al meglio: un lavoro a tempo indeterminato, una compagna, un mutuo da pagare. Proprio poco dopo l'accensione di quest'ultimo, però, le cose sono iniziate ad andare a rotoli: ha perso il lavoro, la ragazza lo ha lasciato e ha rotto con i genitori e si è indebitato, perdendo anche la casa. In tutto questo, è arrivata la depressione con le conseguenti instabilità nell'umore e il costo altissimo degli psicofarmaci.

Il colpo definitivo

Nonostante le difficoltà, fino al 2019 l'uomo è riuscito a stare a galla. Nonostante la depressione aveva trovato un lavoro stabile e una casa in affitto. Dopo qualche tempo, però, anche la nuova azienda va in difficoltà e il primo a subirne le conseguenze è lui, già fragile. Così, per più di sei mesi si è trovato a vivere in auto dato che non poteva più pagare l'affitto. Aveva quindi toccato il fondo e stava pensando di togliersi la vita.

La rinascita

È a questo punto però che intervengono i servizi sociali. La notizia arriva al comandante della polizia locale di Treviolo Matteo Copia che suggerisce di ricorrere alla Protezione sociale italiana, organismo di composizione della crisi che in provincia ha sede a Treviolo. La situazione dell'operaio è stata quindi esaminata ed è stato subito chiaro che sarebbe stato possibile ricorrere alla legge "salva suicidi", nata proprio a poca distanza dalla crisi del 2008, quando tanti piccoli imprenditori e non solo si erano tolti la vita per le difficoltà incontrate.

Il regalo più bello

Il caso, seguito dall'avvocato Pietro Aiello e dal commercialista Alessandro Remonato, è rientrato nella fattispecie della esdebitazione dell'incapiente, prevista dalla legge e che si può fare per un'unica volta nella vita da parte di chi non ha alcun bene da proporre ai propri creditori per estinguere il debito. Le pratiche sono durate una decina di mesi e, poco prima di Natale, all'operaio è arrivata la notizia, e forse anche il regalo più bello che potesse immaginare.

Commenti
Antonio

"Buone Notizie", evidentemente non per i creditori..

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