Vaccinazioni, stop alla pensione dei medici che tornano in campo per dare una mano
Questo cortocircuito normativo si applica ai bandi retribuiti promossi dalla gran parte delle regioni, non a chi ha aderito ai bandi come vaccinatore volontario
I medici in pensione che aderiscono a bandi remunerati per dare il proprio contributo ad accelerare la campagna anti-Covid rischiano di vedersi congelata fino al termine del servizio la pensione. In pratica gli resterebbe solo il rimborso erogato dalle Regioni per effettuare le inoculazioni. Un cortocircuito normativo, riportato questa mattina dall’Eco di Bergamo, che pare un’assurdità considerando anche le mille difficoltà con cui è partita la campagna vaccinale in Italia.
La sospensione della pensione avverrebbe in virtù di un emendamento approvato a marzo, il quale concede la deroga alle aziende sanitarie e sociostanitarie di conferire incarichi retribuiti a medici andati in pensione per vecchiaia, ma per loro sospende il trattamento previdenziale.
Considerando che il compenso per le vaccinazioni è di 40 euro all’ora omnicomprensivi (di gran lunga inferiore alla pensione) facendo due calcoli si capisce bene che qualsiasi medico, pur desiderando dare una mano per il buon esito della campagna, nei fatti venga disincentivato ad aderire ai bandi.
Questa norma però non coinvolge i medici che hanno aderito ai bandi di reclutamento volontario. Immediata è stata la reazione dell’Ordine dei Medici, che ha chiesto una revisione della norma, e dei pensionati della Cisl. « A medici e infermieri andati in pensione con Quota 100 e richiamati “volontari” in prima linea per affrontare la pandemia Covid sarà trattenuta la pensione – osserva Emilio Didonè, segretario generale lombardo di Fnp Cisl -. Non viviamo in un paese normale, ma di fuori di zucca. Urge una correzione e i dirigenti incompetenti vanno cacciati».