Val Cavallina, morto il "compagno" Edo Facchinetti. Il cordoglio di Rifondazione
Aveva 63 anni. Molto noto per la sua attività politica e sociale, per primo ha affrontato il binomio handicap e sessualità
"Il compagno Edoardo Facchinetti, per tutti noi Edo, ci ha lasciato". A dare l'annuncio è Marco Sironi, ex segretario provinciale di Rifondazione Comunista.
Sessantatré anni, originario di Entratico, in Val Cavallina, Facchinetti era una persona molto impegnata nel sociale. «Ricordare Edo - spiega Sironi - significa ricordare una persona che ha fatto del suo essere portatore d’handicap non un elemento di passività, di rassegnazione e di autocommiserazione ma una condizione da cui partire per riflettere sulle problematiche del proprio vissuto e cercare di cambiare il mondo, di renderlo più umano e a misura di tutti. Questo era Edo, un compagno che ha saputo lasciare un segno profondo in tematiche ancora oggi tabù, come per esempio il rapporto fra sessualità ed handicap».
Diplomatosi Assistente Sociale alla storica scuola dell’Umanitaria di Milano, negli Anni Ottanta e Novanta Facchinetti è stato presidente del Comitato bergamasco per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Ha condotto battaglie importanti per il riconoscimento del diritto alla mobilità dei disabili.
Memorabili le multe che gli aderenti comminavano a chi parcheggiava sui marciapiedi o nei posti riservati agli invalidi, bloccando loro la possibilità di muoversi e di vivere la città.
Quelle multe simboliche, lasciate sul parabrezza delle auto, facevano riflettere i trasgressori che alla fine venivano invitati a sottoscrivere per sostenere il Comitato. Diversi, colti nel vivo, riflettevano sull’errore e sottoscrivevano.
Nutrita l'attività politica di Facchinetti. Dai primi passi nella Uildm (Unione lotta alla distrofia muscolare), verso la fine degli Anni Ottanta entra prima nei Verdi, poi in Democrazia Proletaria. Nel 1991, passa a Rifondazione Comunista e, insieme a Giovanni Mazzola, fonda il circolo di Rifondazione della Valcavallina. Entra nel Comitato Politico Provinciale e diventa responsabile della Commissione Salute del partito.
«La sua militanza politica di comunista libertario - racconta Sironi - ha fatto crescere in lui la consapevolezza che lotta per i diritti dei disabili e lotta politica per trasformare l’esistente sono tutt’uno. Per anni ha collaborato con l’Ufficio Diritti Cgil a sostegno delle persone più svantaggiate, a favore degli ultimi ed è stato membro del direttivo camerale della Cgil di Bergamo».
Da sempre iscritto all’Anpi, ha partecipato a tutte le battaglie antifasciste così come a quelle antirazziste e per la pace. Fondamentale il suo lavoro su “sessualità ed handicap”, tema tabù non solo in Bergamasca, che lo ha portato, in collaborazione con Rita Gay e Michele Di Bona, a scrivere il libro “Eros e disabili. Riflessioni e testimonianze” edito da “Ancora”, in cui Edo si racconta.
«Parlando di sé, del suo vissuto, del suo rapporto con il sesso, Edo è riuscito a far conoscere con parole semplici ma profonde un mondo ancor oggi negato e mascherato dietro un perbenismo e un conformismo asfissianti. Edo, nella sua autenticità, è riuscito a rompere quel muro, un po’ come fece Freud».
Bellissimo il suo rapporto con il fratello don Giacomo, un rapporto unico di tutta la vita. «Mi piace ricordare il rapporto particolare d’affetto e amicizia che lo ha legato fino all’ultimo giorno con Bruno Ghilardi (per tutti noi affettuosamente “Bruno barba”), dietro di lui nella foto e accanto a lui ovunque, che lo ha assistito e portato in giro per l’intera provincia. Un rapporto unico: e oggi so che il nostro Bruno, che ci ha dato la triste notizia, sta piangendo ancor più di noi, non solo un compagno ma anche un amico fraterno con cui ha condiviso dolori, speranze e passioni. Caro Edo, compagno fantastico, che la terra ti sia lieve”, conclude Sironi.