Venti giovani delle Acli di Bergamo in visita all'Europarlamento. E da Giorgio Gori
Sono partiti ieri, 18 novembre, per Bruxelles. Un viaggio a coronamento di un percorso sull'Unione Europea fatto negli scorsi mesi
di Marta Belotti
Sono tre giorni intensi quelli che un gruppo di diciannove giovani tra i 18 e i 32 anni delle Acli di Bergamo (ma non solo) stanno affrontando in questa terza settimana di novembre. Ieri, lunedì 18 novembre, sono infatti partiti per un viaggio a Bruxelles dopo un percorso che negli scorsi mesi li ha visti impegnati a scoprire l'Unione Europea e i suoi meccanismi.
Dopo il primo giorno trascorso tra il viaggio e una gita a Waterloo, la mattina di oggi (19 novembre) si sono dedicati alla visita del Parlamento Europeo.
Gori: «Cosa faccio qui?»
Ad attenderli e accoglierli è stato l'eurodeputato Giorgio Gori, fino a qualche mese fa sindaco di Bergamo. Nell'incontro con il gruppo, l'ex primo cittadino ha rotto il ghiaccio ponendosi da solo una domanda, che però aleggia spesso nella mente di tutti: «Cosa faccio ora, esattamente?».
Giorgio Gori a sinistra e Dario Acquaroli, responsabile delle Politiche Giovanili dele Acli di Bergamo a destra
«Posso dire che non sempre è facile capirlo. Quello dell'europarlamentare può sembrare un lavoro lontano dalla vita di tutti i giorni. Al contrario, da qui si può essere molto incisivi, ma per farlo ho capito che è importante specializzarsi. Per esempio, io ora sono vicepresidente della commissione Industria tecnologia e ricerca (Itre) e in questa mi sto occupando molto di acciaio, automotive e spazio. Poi sono nella delegazione per le relazioni con i paesi del Maghreb e l'Unione del Maghreb arabo».
«Noi giovani chiamati in causa»
Nel suo discorso, Gori ha anche toccato i punti deboli dell'Europa, non nascondendo alla giovane platea che aveva davanti che «c'è ancora tanto da fare per migliorare la collaborazione fra i Paesi membri».
Una riflessione, questa, che ha colpito Cecilia Zinni, classe 2002, studentessa di Cooperazione Umanitria a Milano: «È bello vedere l'immensa macchina che è l'Europa, scoprire quante persone ci lavorano e allo stesso tempo essere anche consapevoli dei suoi limiti. Le parole di Gori mi hanno fatta sentire chiamata in causa come giovane e mi hanno fatto capire che anche noi possiamo e dobbiamo lavorare per rendere questa Europa sempre più unita e capace di rispondere alle sfide globali».
L'Unione Europea in concreto
Per Federico Barbarisi, 26 anni e alle spalle un percorso di studi incentrato sulle Relazioni Internazionali, questa è stata l'occasione per toccare con mano cosa è l'Unione Europea: «Questo viaggio, e prima ancora il percorso fatto a maggio con le Acli, mi hanno aiutato a capire questa istituzione ancora di più rispetto a quanto fatto in tanti anni tra i banchi dell'università».
Per i venti giovani l'esperienza non è ancora finita. Domani infatti, prima di tornare a Bergamo, passeranno la giornata a Marcinelle, miniera dove nel 1956 persero la vita, a causa di un incendio, 275 lavoratori, 236 dei quali erano immigrati italiani.
Gori chi?
Sono andati a trovare SAN GIORGIO GORI...che manco una bancarella di merendine gli farei gestire