Quartiere bloccato

Via San Tommaso a senso unico, i residenti non ce la fanno più. Ma il Comune non fa marcia indietro

A due settimane dall'istituzione - in direzione via San Bernardino -, c'è grande esasperazione: «Code, giri infiniti e scarsa visibilità»

Via San Tommaso a senso unico, i residenti non ce la fanno più. Ma il Comune non fa marcia indietro

Non ce la fanno più i residenti di via San Tomaso de’ Calvi, a Bergamo. Dopo due settimane di code, giri infiniti e malumori, chiedono al Comune di ripristinare il doppio senso di marcia.

Il nuovo senso unico, istituito a settembre in direzione via San Bernardino, avrebbe dovuto limitare il traffico di attraversamento durante la chiusura del ponte, ma per chi abita nel quartiere si è trasformato in un vero e proprio incubo. Ieri sera (venerdì 31 ottobre), i residenti si sono ritrovati all’assemblea pubblica all’oratorio del quartiere.

Un quartiere bloccato

La misura, hanno spiegato gli abitanti durante l’assemblea, li ha “chiusi dentro”. Per raggiungere alcune zone della città servono ora anche venti o trenta minuti in più, tra semafori e deviazioni forzate.

Come ha riportato L’Eco di Bergamo, molti hanno lamentato che il quartiere sia rimasto isolato, costringendo gli automobilisti a lunghi giri fino a via Moroni o alla tangenziale per poter tornare a casa. C’è chi parla di tempi di percorrenza raddoppiati e di traffico costante in vie come Spino e Autostrada, già congestionate.

Durante la riunione, a cui hanno partecipato oltre 80 persone, i residenti hanno definito la scelta del Comune una decisione «calata dall’alto», presa senza ascoltare le reali esigenze del quartiere. Non mancano poi le preoccupazioni per la sicurezza stradale: i nuovi stalli per le auto, sostengono in molti, riducono la visibilità, e la corsia ciclabile creata nell’ultimo tratto viene giudicata «inutile e pericolosa».

Ci sono delle proposte alternative

Oltre al ritorno al doppio senso, dal quartiere arrivano anche due proposte di compromesso. Una ipotesi prevede la riapertura di via Caprera sotto il ponticello verso via Moroni, per permettere un passaggio alternativo. Un’altra riguarda via Sardegna, dove si chiede di poter svoltare a sinistra in via dei Caniana, evitando così i lunghi giri per rientrare a casa.

I cittadini chiedono inoltre più presenza della polizia locale nelle ore di ingresso e uscita dalle scuole, per garantire la sicurezza dei bambini in caso di cambiamenti alla viabilità.

La risposta del Comune

Da Palazzo Frizzoni arriva una risposta chiara: il doppio senso non tornerà. A rispondere alle sollecitazioni dei residenti – che chiedono di poter incontrare l’assessore alla Mobilità, Marco Berlanda – c’erano i consiglieri comunali Sara Tiraboschi (Lista Gori) ed Enrico Facchetti (Lista Carnevali). Sulle istanze poste, Berlanda risponde che «ripristinare la situazione ex ante non sarebbe coerente con il proposito di tutelare la via rispetto a un maggiore traffico. Sull’obiettivo restiamo convinti».

Ma il confronto è possibile: «Siamo disponibili a parlarne dopo aver ponderato bene tutte le ripercussioni – ha aggiunto L’assessore alla Mobilità -. Entro pochi giorni daremo risposta ai cittadini. Nel frattempo stiamo pensando di intervenire sui tempi semaforici all’incrocio con via dei Caniana».

Anche i pedoni chiedono un passaggio sicuro

Il Comune intanto lavora anche per trovare una soluzione al problema del passaggio pedonale verso il centro, interrotto dalla chiusura del ponte ferroviario.

«Abbiamo chiesto a Rete ferroviaria italiana di prevedere un passaggio protetto sotto uno dei due fornici, almeno nei mesi in cui i lavori lo consentiranno, esclusa la fase di demolizione. Al momento non abbiamo ricevuto risposta, ma Rfi sta valutando la nostra richiesta», ha concluso Berlanda.