Vigilanza privata in protesta all'aeroporto di Orio: «Contratto fermo da 15 anni, basta rinvii»
Presidio a Orio al Serio: nel mirino il mancato rinnovo del contratto integrativo provinciale che riguarda quattromila lavoratori bergamaschi

Tensione nel settore della vigilanza privata bergamasca. Questa mattina, venerdì 1 agosto, i lavoratori della sicurezza impiegati all'aeroporto di Orio al Serio hanno dato vita a un presidio di protesta per denunciare lo stallo nelle trattative per il rinnovo del Contratto integrativo provinciale, fermo ormai da oltre quindici anni.
Settore strategico, ma trascurato
L'iniziativa, promossa unitariamente da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil di Bergamo, si inserisce in uno stato di agitazione proclamato a livello provinciale che coinvolge circa quattromila addetti alla sicurezza del territorio bergamasco.
I lavoratori della vigilanza operano quotidianamente in contesti nevralgici come aeroporti, ospedali, stazioni ferroviarie, centri commerciali, banche e musei, garantendo servizi essenziali alla collettività. Nonostante l'importanza del loro ruolo e le elevate responsabilità richieste, il comparto soffre di una cronica carenza di personale e di tutele contrattuali inadeguate.
La piattaforma sindacale, aggiornata lo scorso maggio, punta a ottenere miglioramenti salariali, maggiori tutele normative, il diritto alla formazione continua e la valorizzazione professionale. Tra le richieste anche l'inclusione di servizi finora esclusi dal contratto integrativo e un'organizzazione del lavoro più sostenibile.
Le parole dei sindacati
«La dignità del lavoro passa anche dal rinnovo dei contratti provinciali - ha dichiarato Lorenzo Cortinovis della Filcams-Cgil Bergamo -. Non è più il momento dei rinvii. Il presidio è il primo passo per affermare che questi lavoratori meritano un contratto rinnovato ora».
Sulla stessa linea Maurizio Mistri di Fisascat-Cisl: «C'è bisogno di un salto di qualità verso il futuro, partendo da una contrattazione integrativa matura. Noi ci siamo, ad oggi le assenti sono le associazioni datoriali».
Dura anche Anilla Cenolli di Uiltucs: «Da troppi anni i lavoratori della vigilanza privata sono abbandonati. È inaccettabile che chi tutela la sicurezza resti senza tutele: ora basta, si riapra subito la trattativa».
L'appello alle istituzioni
I sindacati hanno lanciato un doppio appello: alle associazioni datoriali per l'apertura immediata di un tavolo negoziale e alle istituzioni territoriali, in particolare alla Prefettura, perché si facciano parte attiva nel sbloccare la situazione.
La protesta di oggi rappresenta un primo segnale di mobilitazione che potrebbe intensificarsi qualora non si registrino sviluppi positivi nelle prossime settimane. In gioco c'è la dignità lavorativa di migliaia di addetti che ogni giorno garantiscono la sicurezza in settori strategici dell'economia bergamasca.