I dati

Violenza contro donne e lavoro: nelle aziende lombarde mancano interventi di prevenzione, in un clima che «scoraggia le denunce»

È quanto emerge dalla ricerca promossa dalla Cisl Lombardia e realizzata da BiblioLavoro, che ha coinvolto 428 Rls

Violenza contro donne e lavoro: nelle aziende lombarde mancano interventi di prevenzione, in un clima che «scoraggia le denunce»

«Il problema della violenza contro le donne non sembra al centro dell’attenzione delle aziende lombarde». Così Cisl Bergamo sulla ricerca Prevenzione e contrasto alle violenze e molestie nei luoghi di lavoro promossa dalla Cisl Lombardia e realizzata da BiblioLavoro (il centro studi del sindacato).

«Carenza di attenzione da parte delle aziende»

L’iniziativa ha coinvolto (tramite questionario) 428 Rls (Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) operanti in altrettante imprese del territorio, che occupano complessivamente oltre 336 mila addetti.

Gli intervistati hanno evidenziato, in particolare, l’assenza di interventi di prevenzione, l’insufficiente valutazione dei rischi, il basso livello di consapevolezza sia fra il management che fra i lavoratori, la carenza di formazione, la permanenza di un «clima che scoraggia le denunce».

«Il tema è di preoccupante attualità – osserva la segretaria della Cisl Lombardia, Roberta Vaia – e infatti la legislazione sta intervenendo su più fronti. La ricerca, però, evidenzia una carenza di attenzione da parte delle aziende, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione e la gestione del fenomeno e la tutela delle persone coinvolte».

A colpire, prosegue la segretaria, è che «circa la metà delle imprese non inserisca le violenze e le molestie fra i fattori da considerare nel Documento di valutazione dei rischi previsto dalla normativa». E aggiunge: «Si conferma l’urgenza di ampliare la formazione per gli Rls, le lavoratrici e i lavoratori e accanto a ciò è necessario che le azioni di contrasto trovino sempre più posto nella contrattazione anche di secondo livello. È comunque indispensabile che le aziende si facciano carico della responsabilità di garantire luoghi di lavoro sicuri, inclusivi, rispettosi della dignità di ogni individuo».

Il fenomeno è in crescita, come dimostrano anche i dati Inail: nel 2023 in Italia sono stati registrati 6.813 casi (di cui il 18,2 per cento in Lombardia) di aggressioni o minacce riconosciuti come infortuni sul lavoro, con un aumento dell’8,6 per cento rispetto all’anno precedente. Tra le donne la crescita è stata ancora più marcata (+14,6 per cento).

I dati della ricerca di Cisl Lombardia

Questi i dati della ricerca nel dettaglio. Nel 63,6 per cento delle imprese non sono stati adottati interventi o misure di prevenzione, tutela e gestione volti a fronteggiare il fenomeno delle molestie e violenza sul lavoro. Il 52,5 per cento delle aziende non ha inserito nel Dvr (Documento valutazione dei rischi) la valutazione del rischio correlato a molestie e violenze.

Nel 15 per cento dei luoghi di lavoro il rischio di molestie e violenze è percepito come “abbastanza/molto alto”, mentre il livello di consapevolezza dei livelli apicali è giudicato “assente” nel 18 per cento dei casi o comunque “basso” nel 39 per cento. Solo il 10,3 per cento ha un livello di consapevolezza “molto alto”.

Nel 19,9 per cento delle aziende mancano del tutto le procedure di segnalazione; nel 41,1 per cento sono presenti ma giudicate inadeguate. Per quanto riguarda la consapevolezza da parte dei lavoratori, il il livello è “assente o basso” nel 57,7 per cento delle imprese.

Nel 49,1 per cento delle aziende manca un ambiente che favorisca la segnalazione di episodi di violenza o molestia. Inoltre, il 52,3 per cento degli Rls segnala l’assenza totale di iniziative formative specifiche sul tema. Infine, solo il 9,5 per cento delle imprese presenta accordi specifici su violenze e molestie.

Gli Rls intervistati hanno in media 50 anni e nel 52,6 per cento dei casi operano in grandi imprese con oltre 250 dipendenti. Il 72,5 per cento sono uomini. Le aziende del campione sono presenti nelle 12 province della Lombardia in diversi settori economici: agricoltura, silvicoltura e pesca; alberghiero-ristorazione-turismo; attività bancarie, finanziare e assicurative; carta, editoria e stampa; commercio all’ingrosso e al dettaglio; comunicazione e ICT; edilizia e legno; energia e ambiente; industria agro-alimentare; industria chimico-farmaceutica; industria metalmeccanica; industria tessile e moda; informatica e programmazione; pubblica amministrazione; sanità e socio-assistenziale; trasporto e logistica.