La controrisposta

«Vivere in Città Alta non è un privilegio, ma una scelta d’amore che implica grandi sacrifici»

«Sgomberare piazza Angelini e chiudere la Corsarola? Totale disconnessione dalla realtà». Secondo Marco Foresti le proposte avanzate da una lettrice renderebbero sempre meno vivibile il borgo storico per chi ci abita

«Vivere in Città Alta non è un privilegio, ma una scelta d’amore che implica grandi sacrifici»

«La nostra non è una protesta contro il turismo, ma una richiesta di equilibrio tra la fruizione turistica e la vivibilità di un luogo che è prima di tutto la nostra casa. Proporre la chiusura della Corsarola o lo spostamento dei parcheggi senza offrire alternative sostenibili dimostra una totale disconnessione dalla realtà e la volontà di rendere sempre meno vivibile, per chi ci abita, il centro storico».

Così scrive Marco Foresti nella risposta inviata alla nostra redazione in riferimento all’articolo «Sgomberare Piazza Angelini dalle auto è giusto e bisognerebbe chiudere anche la Corsarola». Secondo Foresti la lettera attorno a cui ruota l’articolo «invece di concentrarsi su sfide reali come la carenza di servizi essenziali, la mobilità limitata o il crescente degrado, attacca superficialmente i residenti».

Parcheggio sfida quotidiana

«I residenti non hanno quasi mai un garage privato – ribadisce Forest -. Il parcheggio è già una sfida quotidiana e, per molti, gli stalli in piazza Angelini e dintorni sono l’unica, faticosa, ancora di salvezza. Se si eliminano questi posti senza un’alternativa concreta, si rende la vita insostenibile per le fasce più deboli: anziani, mamme con bambini piccoli o chi ha problemi di mobilità. Chiudere la Corsarola, poi, significa intrappolare i residenti. La soluzione non è rendere la vita impossibile a chi ci vive, ma disciplinare l’accesso e garantire il rispetto delle regole».

«Parking Fara? Non va bene»

Le argomentazioni che indicano il nuovo parcheggio della Fara come soluzione ai problemi di sosta dei residenti «sono particolarmente ingiuste e superficiali – va avanti Foresti -. Questo parcheggio, inizialmente pensato per residenti e lavoratori, è stato in verità poi realizzato come una struttura per turisti e visitatori. La sua posizione, all’interno delle mura, crea un imbuto di traffico che rende quasi impossibile raggiungere casa durante gli eventi o le festività».

«Vivere in Città Alta non è un privilegio»

«Vivere in Città Alta non è un privilegio, ma una scelta d’amore che comporta enormi sacrifici», aggiunge Foresti. «In questo centro storico non vivono solo ricchi, ma anche moltissime persone e famiglie in appartamenti comunali a prezzi calmierati. Parlare di “privilegi” ignora completamente le difficoltà che affrontiamo ogni giorno. Le difficoltà hanno un impatto profondo sulle giovani coppie, che spesso sono costrette a fuggire non appena arriva la prole. Il risultato è che le scuole in Città Alta stanno perdendo alunni e, se questa tendenza dovesse continuare, la loro chiusura potrebbe verificarsi a breve».

Meno rumore e inquinamento? «Mah…»

Il rumore e il degrado non sarebbero causati dalle auto dei residenti. O almeno non per la maggior parte. «Sono i bar, i ristoranti e l’assenza di vigilanza che trasformano le nostre notti in un incubo. Le notti insonni non dipendono dai motori, ma dagli schiamazzi dopo l’orario di chiusura. La mancanza di decoro non è dovuta ai veicoli, ma alla scarsa o inesistente vigilanza e al mancato rispetto delle regole sulla raccolta differenziata. L’idea che la totale chiusura risolva tutti i problemi è ingenua e superficiale. Se si vuole ridurre l’inquinamento, si investa in mezzi pubblici efficienti che siano una vera alternativa all’auto, non solo per Città Alta ma per tutta la cittadinanza. Si implementino controlli sulla Ztl, sul rispetto degli stalli per residenti e sul decoro».