«Vogliamo le forze dell'ordine sui campi?». I fari della giustizia sportiva sulla rissa ad Alzano
Duro comunicato congiunto di Comitato Regionale e Delegazione Provinciale della Figc Lega Dilettanti. Il 3 febbraio incontro fra le società. Nicola Radici: «Chi sono i colpevoli? Tutti noi»
di Giambattista Gherardi
Non si placano commenti e prese di posizione dopo il caso dell’incontro di calcio giovanile dello scorso 22 gennaio fra Oratori Alzanese squadra A e Tritium Calcio, nell’ambito del Trofeo Cassera. Come riportato da noi di PrimaBergamo, alla fine della partita era esplosa una vera e propria rissa fra i giovani calciatori, con colpi proibiti e violenti. La tensione era immediatamente salita anche sugli spalti, con alcuni genitori che avevano addirittura scavalcato la recinzione, entrando sul terreno di gioco. Tutto documento in un video, da noi pubblicato, diventato virale e ripreso anche da numerose testate nazionali.
Le sanzioni minime e l'incontro di domani
A colpire tutti non soltanto le immagini choc, ma anche e soprattutto le sanzioni comminate alle due società (120 euro all’Oratori Alzanese e 170 euro alla Tritium), apparse a dir poco deboli. Su questo tema il 31 gennaio è arrivata la presa di posizione ufficiale degli organi federali locali e regionali.
«Il Comitato Regionale Lombardia e la Delegazione provinciale di Bergamo - si legge - condannano con assoluta fermezza i fatti di violenza avvenuti durante la gara del torneo provinciale “Trofeo Cassera” categoria Allievi fra le società Oratorio Alzanese e Tritium calcio del 22 gennaio scorso. Appare evidente che dalle sanzioni applicate non risulti la gravità dei fatti come invece evidenziata dal materiale video diffuso in questi giorni e pertanto CRL e Delegazione ritengono necessario vengano effettuati ulteriori accertamenti, per chiarire i fatti e le responsabilità di tutti coloro che hanno partecipato all’increscioso episodio, attraverso gli organi competenti al fine di pervenire alle conclusioni più idonee in sede di giustizia sportiva. Si ribadisce qui che ogni forma di violenza in campo, negli spogliatoi e sugli spalti viene ripudiata dal mondo del calcio dilettantistico, e soprattutto del calcio giovanile, e va contrastata in ogni modo. Si invitano dirigenti, calciatori, allenatori, sostenitori e familiari dei tesserati a mantenere sempre un comportamento consono ai valori dello sport collaborando per raggiungere con unità d’intenti l’obbiettivo comune della piena correttezza sportiva a tutti i livelli».
Al di là del richiamo ai valori di una sana attività sportiva, la richiesta di «ulteriori accertamenti, per chiarire i fatti e le responsabilità di tutti coloro che hanno partecipato» apre la strada a un supplemento di indagine della Procura Federale, che potrebbe comminare sanzioni ben più pesanti. Per domani, venerdì 3 febbraio, è stato convocato un incontro fra le società, probabilmente nella sede della delegazione di Bergamo, dal quale potrebbero scaturire ulteriori sviluppi.
La lettera aperta di Nicola Radici
A livello di reazioni, si registra anche la lettera aperta di Nicola Radici, già dirigente sportivo di Atalanta e Albinoleffe e da dicembre 2021 delegato provinciale della Federazione italiana giuoco calcio Lega nazionale dilettanti. La lettera è indirizzata a «presidenti di club e colleghi delle diverse associazioni legate al calcio bergamasco», probabile riferimento quest’ultimo alla Sezione Guido Calvi di Bergamo dell'Unione Nazionale Veterani dello Sport, organizzatrice del Trofeo Cassera.
Radici condivide una profonda analisi e afferma senza retorica: «Chi sono i colpevoli? Tutti NOI!». Un appello accorato, di cui riportiamo il testo integrale, che si chiude con l’interrogativo (provocatorio ma non troppo) circa l’eventuale necessità di chiedere alle forze dell’ordine di presidiare campi e tribune in occasione delle partite del calcio giovanile.
«Cari presidenti di club e colleghi delle diverse associazioni legate al calcio bergamasco, voglio condividere con voi alcune mie riflessioni non da Delegato ma da uomo di quasi 50 anni che frequenta i campi di calcio da quando ha 7 anni. I fatti avvenuti durante la partita allievi nei giorni scorsi tra Oratori alzanese e Tritium sono gravissimi, ma non nascondiamoci dietro finte ipocrisie, sono la punta dell’iceberg di quella che sta diventando una pessima abitudine nel calcio giovanile.
Siamo tutti cresciuti, io compreso, in una cultura calcistica dove conta solo la vittoria, dove non siamo educati alla sconfitta, dove spesso noi dirigenti facciamo pressione sui nostri tecnici che a loro volta lo fanno sui propri atleti perché ci sia solo una strada, la vittoria. Dove sempre di più il genitore vive la sconfitta della squadra, del proprio figlio o, peggio ancora, l’esclusione del proprio figlio dall’11 titolare come un affronto enorme. In totale lucidità dobbiamo prendere atto che questa mentalità ci sta domenica dopo domenica portando verso una spirale di violenze, di tensioni e negatività sempre più forti.
Oggi la vera sfida di chi ama il calcio è ribellarsi a queste abitudini e dobbiamo tutti uniti aiutarci veramente e cercare di cambiare le nostre abitudini culturali prima che sia troppo tardi, prima che possa succedere qualcosa di veramente grave e irreparabile. Da anni combattiamo il mondo ultrà in modo ipocrita perché spesso nei campi giovanili succedono fatti sempre più simili, se non peggio, di quelli che succedono nelle curve di tutta Italia. Io stesso nel mio passato da dirigente ammetto di aver commesso reazioni sbagliate, ma adesso è arrivato il momento di dire basta e di cercare di cambiare il nostro calcio, le partite delle giovanili devono tornare a essere delle piacevoli sfide tra adolescenti che vogliono divertirsi e non campi di guerra tra ragazzi ribelli, tra allenatori o dirigenti che cercano solo in modo nevrotico la vittoria o di genitori che per novanta minuti si trasformano in hooligan.
Chi sono i colpevoli? Tutti NOI! Nessun elemento del mondo calcio escluso, motivo per cui vi esorto, cari Presidenti di ogni club e di ogni associazione legata al calcio della nostra provincia, ad aiutare a cercare un cambiamento vero. Sono a disposizione per ascoltare idee da parte di tutti per provare a migliorare le cose tutti assieme e tutti uniti. Non posso pensare che la soluzione sia chiedere alle forze dell’ordine di essere presenti anche alle partite della giovanili!».