Il pestaggio della polizia Vogliamo delle risposte

Il pestaggio della polizia Vogliamo delle risposte
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Quello che è successo nella notte tra mercoledì 27 e giovedì 28 febbraio a Firenze è qualcosa di gravissimo, vergognoso e incomprensibile. Certamente ci saranno delle indagini, degli approfondimenti e verrà fatta luce sull’azione di polizia che ha portato all’identificazione di circa 130 tifosi atalantini, ma le modalità e le motivazioni addotte sono francamente difficili da commentare e capire. E allora proviamo a fare ordine mettendo insieme quello che abbiamo capito attraverso le varie testimonianze raccolte e poi a porci qualche domanda. È nelle risposte a quei quesiti che sta scritta la verità che tutti quanti vogliamo. E, in queste situazioni, la ricerca della verità è l’unica cosa che conta.

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I fatti: la versione della Questura e dell’avvocato Riva. La ricostruzione, affidata all’Ansa, da parte della Questura di Firenze racconta di un intervento della polizia a circa 500 metri dal casello di Firenze Sud per "ricacciare" sui bus facinorosi atalantini che, travisati in volto e armati di mazze e bastoni, erano scesi in strada. Nella versione delle forze dell’ordine, inizialmente, si parlava di alcuni fermati, mentre successivamente è stato chiarito che sono stati solamente identificati gli occupanti di due bus (circa 120 persone) e che alcuni agenti sono rimasti contusi negli scontri ed è stato necessario un passaggio in Pronto Soccorso. Quasi contemporaneamente, l’avvocato Federico Riva (a bordo di uno dei tre mezzi che stavano in testa alla carovana composta da una ventina di pullman) ha raccontato al Corriere Bergamo la sua versione dei fatti. Una realtà completamente opposta rispetto a quella delle forze dell’ordine. «I tre pullman in testa erano distanziati tra loro e sono stati fermati dalla polizia senza che avessero provocato problemi, quando già avevano imboccato lo svincolo che porta solo all’autostrada - racconta il legale -. Io ero sull’ultimo dei tre, a parecchia distanza dal precedente. Un tifoso su uno dei primi pullman mi ha telefonato e mi ha avvertito di raggiungerli perché stava succedendo qualcosa di grave, ma siamo stati bloccati e a bordo del nostro mezzo è salito un funzionario della questura che ha inveito contro il primo ragazzo che gli è capitato a tiro. Ci sono stati attimi di tensione, io a quel punto ho mostrato il tesserino di avvocato. Ho anche assistito in diretta alla conversazione tra il funzionario e un responsabile arrivato dopo: gli chiedeva spiegazioni, lui gliene ha date di inverosimili. Ho poi saputo che sugli altri due pullman i tifosi sono stati malmenati, anche con manganellate».

 

 

Altre testimonianze: «Una mattanza». Col passare delle ore, sono iniziate a circolare foto, video e audio in cui parecchi tifosi hanno raccontato la loro versione dei fatti. Una versione che smentisce quella fornita dalla Questura di Firenze. Praticamente tutti hanno confermato quando dichiarato dall’avvocato Riva. «Eravamo incolonnati e improvvisamente un mezzo delle forze dell’ordine ha bloccato il primo bus e sono scesi un sacco di agenti in tenuta antisommossa. Era tutto tranquillo, i ragazzi erano a bordo e nessuno era sceso in strada. Sono saliti con forza, hanno iniziato a manganellare tutti senza motivo in una zona buia e ormai in prossimità del casello. È stato allucinante». Con queste parole uno dei tifosi a bordo dei mezzi incolonnati racconta la difficilissima situazione che hanno vissuto buona parte dei tifosi orobici di rientro da Firenze. «Non era successo nulla prima, durante e dopo la partita – racconta un altro tifoso –, e prima del match c’erano appena tre mezzi della polizia a scortare tutta la carovana di oltre venti bus. Dopo la partita siamo rimasti fermi un'ora e mezza allo stadio, quando siamo ripartiti era tutto tranquillo e ormai stavamo per prendere l’autostrada: c’era un sacco di polizia ed è successo quello che foto e video raccontano. Inspiegabile». Un altro intervento ancora è di un tifoso toscano, vicino agli ambienti viola. Le sue parole sono molto significative. «Mi hanno detto che la polizia li stava picchiando, quella zona è ormai fuori da Firenze e non si capisce perché è successo tutto questo. Una mattanza».

 

 

Il comunicato della Curva, le lettere dei politici e il post di Gori. Nel pomeriggio di ieri, quando ormai era chiaro a tutti grazie a filmati, audio e fotografie cosa fosse veramente successo, sono arrivate le richieste di delucidazioni da parte della Curva Nord e dei parlamentari Daniele Belotti (Lega) e Alessandra Gallone (Forza Italia). La Nord ha pubblicato un comunicato dal titolo chiaro: Vogliamo la verità. «La Curva Nord Bergamo - si legge - vuole ricordare tutto il lavoro fatto negli anni proprio per evitare queste situazioni, dove grazie al caos nel passato scaturivano scontri con la polizia, totalmente inutili e molto spesso senza un vero motivo. Vogliamo la verità su quanto accaduto in quella superstrada, i tifosi atalantini non avevano nessun motivo per creare casini quindi molto probabilmente qualcosa nella gestione dell'ordine pubblico non ha funzionato». Il deputato Belotti e la senatrice Gallone hanno invece richiesto ufficialmente l’apertura di un’indagine amministrativa sia al questore di Firenze Intini che al Presidente dell’Osservatorio, la dottoressa Stradiotto. Il contenuto della missiva è molto simile e vengono poste alcune domande molto precise che sono poi quelle cui tutti vorremmo una risposta. Lo stesso sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, in serata ha ripostato su Facebook il comunicato della Curva Nord con un lungo post di richiesta chiarimenti indirizzato direttamente al ministro Matteo Salvini: le istituzioni, questa volta, sono scese pesantemente in campo. Lo dimostra il fatto che venerdì mattina, anche gli onorevoli del Pd Maurizio Martina ed Elena Carnevali hanno presentato un'interrogazione al ministro Salvini per chiedere chiarezza, perché pur ribadendo «la nostra fiducia nelle Forze dell’Ordine non può esserci nessuna opacità su comportamenti ed azioni simili, ci aspettiamo una immediata azione che chiarisca la dinamica degli eventi e le precise responsabilità di quanto accaduto».

 

 

Qualche domanda a cui non sappiamo rispondere. A noi piace raccontare di calcio, lo facciamo con passione e cerchiamo sempre di trovare il punto di vista per rendere speciale anche la notizia più semplice. Di fronte a quello che abbiamo visto e sentito, però, restiamo basiti. Increduli. Sconcertati. E allora, con il massimo rispetto delle forze dell’ordine ma con altrettanto rispetto per la verità e la giustizia, vogliamo porre alcune semplici domande. Speriamo arrivino delle risposte.

  1. Perché, se non ci sono pericoli portati da tifosi avversari nei paraggi, intervenire con tanta violenza a bordo di un bus?
  2. Perché, a 500 metri dal casello autostradale e nel bel mezzo del nulla, non accelerare verso l’autostrada con la voglia di chiudere il servizio il più presto possibile? Era andato tutto bene, non c’erano pericoli di nessun tipo.
  3. Perché intervenire con la veemenza vista nei filmati e prendere a manganellate persone e mezzi? I bus non possono imbracciare mazze e bastoni e certo non partecipano a presunti scontri...
  4. Perché non è stata convocata una conferenza stampa a Firenze in cui mostrare i fantomatici bastoni, le aste e il vestiario con cui i tifosi nerazzurri avrebbero minacciato le forze dell'ordine? Sono stati sequestrati oppure, come sostiene l’avvocato Riva, semplicemente non c'era nulla?
  5. Perché sostenere che i mezzi stavano rallentando apposta se tra un bus e l’altro era presente un mezzo della polizia?
  6. Perché i sostenitori atalantini avrebbero dovuto scendere per strada con mazze e bastoni in un tratto di superstrada quasi completamente deserto?
  7. Perché nei video che circolano non si vedono tifosi incappucciati per strada ma solo i caschi dei poliziotti e i loro manganelli?

Ci sono tante cose da capire, speriamo venga fatta chiarezza al più presto. È l’unica cosa che conta, per tutti.

Il comunicato dell'Atalanta. Nella mattinata di venerdì anche l'Atalanta si è espressa sui fatti di Firenze attraverso un comunicato nel quale chiede «verità e giustizia». Lo riportiamo di seguito:

Vogliamo solo la verità. Chiediamo che sia fatta luce su quanto accaduto mercoledì notte a Firenze. Abbiamo visto, con sgomento, le immagini che circolano sui media. Non amiamo i processi sommari ma crediamo fortemente nella giustizia e nella lealtà dei comportamenti e per questo riteniamo opportuno che quanto successo, e documentato con immagini e testimonianze, sia oggetto di approfondimenti. Siamo per la legalità e per la tutela delle forze dell’ordine, che svolgono un importante servizio a garanzia della sicurezza pubblica, ma la denuncia sollevata dai tifosi impone, da parte del Ministero degli Interni e di tutte le Autorità competenti, un elevato grado di attenzione per difendere i diritti anche di chi segue lo sport ed il calcio. La violenza, da qualsiasi parte arrivi, non è tollerabile e l’Atalanta sarà sempre in prima fila perché solo la passione sportiva e la sana competizione siano i fenomeni trainanti per il nostro calcio. Non potevamo rimanere silenti di fronte a certe immagini e la speranza di tutti, cittadini e sportivi, è che su questi episodi sconcertanti sia fatta totale chiarezza e che i colpevoli, chiunque siano, vengano puniti secondo giustizia.

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