«Stop allo sviluppo dell’aeroporto» Una petizione online contro Orio
«Chiediamo lo stop dello sviluppo indiscriminato dell'aeroporto di Orio al Serio Bergamo che, come comunicato a gennaio 2016, dovrebbe arrivare a 100mila voli l'anno e che è stato proposto anche come scalo intercontinentale Ryanair. Per ottenere questi risultati assurdi le autorità hanno introdotto dal 29 giugno 2017 nuove rotte sperimentali che prevedono aerei che decollano e atterrano in città e hinterland, su zone densamente abitate, scuole, asili, parchi d'infanzia, ospedali, provocando un disagio enorme alla popolazione, inquinamento dell'aria e acustico altissimi. L'aeroporto ha già sentenze del Tar nel luglio 2013 e del Consiglio di stato nel marzo 2015 che bocciano proposte si zonizzazione acustica». Questo il testo della petizione online per fermare lo sviluppo di Orio, postato sulla celebre piattaforma Change.org. L’ha lanciata Roberto Mazzoleni, residente al Villaggio degli Sposi, e già in 170 hanno firmato (ma il numero dei sostenitori è destinato a salire rapidamente). La petizione sarà consegnata a: Giorgio Gori (sindaco), Enav, Enac, Matteo Rossi (presidente della Provincia), Provincia di Bergamo, Regione Lombardia, presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni.
I commenti. «È comprensibile lo sviluppo "tecnologico" ma quando gli interessi economici rendono lo stesso prevaricante sul diritto di un cittadino di vivere con qualità la propria vita si esagera. Poi tutti bravi in campagna elettorale a promettere falsità», scrive Mario Muscatelli nei commenti. «Come molto spesso accade, in Italia, chi prende delle decisioni non tiene in considerazione il benessere del resto delle persone ma solo al suo interesse. Esattamente come in questo caso… chi ha deciso di modificare le rotte ha guardato solo ai soldini che entrano nelle sue tasche e non al disagio che ha creato a migliaia di persone...», dice Ileana Meli. «È inconcepibile che il nostro aeroporto diventi un business barattando la salute e la sicurezza pubblica!», rincara Virna Lavelli.