50 morti e 53 feriti

L'attentatore di Orlando era gay?

L'attentatore di Orlando era gay?
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Stando alle ultime novità riportate da alcuni quotidiani americani, Omar Mateen, l'uomo che nella notte fra sabato 11 e domenica 12 giugno ha compiuto uno strage nel locale per gay Pulse della città di Orlando, potrebbe essere stato lui stesso un omosessuale. Cosa che, se confermata, complicherebbe notevolmente i tentativi di comprendere le ragioni che lo avrebbero portato a compiere un gesto del genere, inizialmente identificabili in un suo presunto odio nei confronti proprio dei gay. Alcuni frequentatori del Pulse, infatti, hanno raccontato di aver più volte visto Mateen frequentare il locale in questione; non solo, ma pare che più volte abbia tentato di approcciare altri uomini, anche utilizzando un apposito sito internet per incontri fra persone dello stesso sesso. Dalle testimonianze riportate, emerge che Omar passava spesso a bere qualcosa al Pulse, talvolta persino fino ad ubriacarsi, divenendo particolarmente molesto. Pare parlasse spesso della sua famiglia, raccontando di avere una moglie e un figlio. Particolarmente significativo è quanto ha raccontato una coppia omosessuale canadese al Canadian Press: hanno detto, infatti, di essere rimasti molto perplessi dalla notizia, circolata nelle scorse ore e riferita direttamente dal padre di Omar, secondo cui quest'ultimo avrebbe recentemente mostrato il proprio odio nei confronti dei gay dopo aver visto due uomini baciarsi lungo una spiaggia della Florida, dal momento che a scene del genere, da frequentatore del Pulse, era ampiamente abituato.

 

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I fatti. Quella avvenuta nella notte fra sabato 11 e domenica 12 giugno ad Orlando è stata la peggior strage derivante da sparatoria nella storia degli Stati Uniti: 50 morti e 53 feriti l'attuale bilancio, sperando che non venga ulteriormente acuito il numero dei decessi. Non è ancora chiaro se e quali legami intercorressero fra Mateen e l'Isis, il quale ha tardato parecchio nel rivendicare la paternità della strage; resta viva l'ipotesi che Omar abbia agito di personale iniziativa. Intorno alle 2 del mattino di domenica 12 giugno, Mateen è entrato nel Pulse, un famosissimo locale della città di Orlando noto soprattutto per essere un punto di ritrovo per gay. Quella sera andava in scena un evento speciale, che aveva attirato circa 350 clienti. Mateen era riuscito a penetrare all'interno del club armato di pistola e fucile AR-15, e dopo pochi minuti a cominciato a fare fuoco sulla folla. Erano presenti anche due agenti della polizia, che hanno ingaggiato una sparatoria con Mateen, il quale si è spostato in un'altra sala del Pulse, ancora più affollata della prima, e ha ricominciato a colpire. Stando alle testimonianze dei presenti, inizialmente quasi nessuno si era accorto di quanto stava accadendo, convinti che il rumore degli spari fosse in realtà un effetto sonoro della musica. Nel momento in cui fu compreso ciò che stesse accadendo, tutti si sono diretti in massa verso le uscite, creando naturalmente ingorghi e difficoltà. Nel frattempo, Mateen continuava a sparare. I presenti che non riuscivano ad uscire dal locale hanno tentato di nascondersi nei bagni, nei camerini e in mezzo ai feriti, una situazione che ricorda molto quella tristemente nota del Bataclan di Parigi. Dopo aver ucciso diverse decine di persone, Mateen ha preso in ostaggio una trentina di presenti, e si è barricato nel locale. Intanto, le forze dell'ordine erano giunte sul posto. Verso le 5 del mattino, un'unità degli SWAT ha fatto irruzione nel locale sfondando con un blindato una delle entrate, ed è iniziata una violenta sparatoria fra 11 agenti e Mateen, che è rimasto ucciso ma solo dopo poco meno di un'ora. Il conteggio finale della strage recita, come detto, 50 morti (di cui 40 sul posto e 10 successivamente in ospedale), oltre a Mateen, e 53 feriti.

 

Omar Mateen, l'autore della strage di Orlando

 

Chi era lo stragista. Come detto, Omar Mir Seddique Mateen era un cittadino americano, nato a New York il 16 novembre 1986 da genitori di origini afghane. Era impiegato nell'agenzia di sicurezza G4S Secure Solutions, professione che gli consentiva di detenere un regolare porto d'armi. Non aveva precedenti penali, ma stando alle dichiarazioni di colleghi e della ex moglie, sposata nel 2009 e da cui si è separato solo pochi mesi dopo, era un uomo violento e instabile. In particolare, la donna ha riferito di essere stata più volta picchiata da lui durante il loro brevissimo matrimonio, che Omar le impediva di parlare con la propria famiglia e che provava un feroce odio verso gli omosessuali. Ma nessun accenno a presunti fanatismi religiosi; anche il padre di Mateen l'ha confermato, sostenendo che, a sua parere, questa follia sia stata generata dal rancore che il figlio provava nei confronti degli omosessuali: pochi mesi prima, ha raccontato, Omar si era pesantemente arrabbiato per aver visto due gay baciarsi su una spiaggia della Florida.

Presunti legami con l'Isis e il fondamentalismo islamico. Nonostante le dichiarazione di padre ed ex moglie, ci sono alcuni elementi che lasciano supporre che un legame con l'Isis e con l'Islam radicale non siano affatto da escludere. Anzitutto, lo Stato Islamico, dopo alcuni messaggi di appoggio e “congratulazioni” a Mateen, ha rivendicato ufficialmente l'accaduto, anche se potrebbe trattarsi semplicemente di un'opportunità colta per incrementare la propria propaganda. In secondo luogo, sappiamo che poco prima di entrare nel Pulse lo stesso Omar abbia chiamato il 911, il numero di emergenza degli Usa, quasi per dichiarare ciò che stava per fare, e nella telefonata ha espressamente citato l'Isis. E ancora, Mateen, negli anni scorsi, era finito più volte nel mirino del Fbi per aver confessato ad alcuni colleghi di essere parte di Al-Qaeda (cosa mai confermata) e per essere stato un frequentatore della stessa moschea da cui proveniva Moner Mohammad Abusalha, cittadino americano trasferitosi in Siria e morto in seguito ad un attentato suicida da lui stesso effettuato. L'avvicinamento all'Islam, dicono alcuni amici di Mateen, sarebbe avvenuto in seguito alla separazione dalla moglie, e che Omar avrebbe anche effettuato un pellegrinaggio in Arabia Saudita; ma pare che non abbia mai fatto alcun accenno allo Stato Islamico o a relative simpatie. Resta dunque, per il momento, il dubbio: movente legato a fondamentalismo islamico o a odio per gli omosessuali?

 

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Trump e Hillary. Nelle prime ore del mattino di domenica 12 giugno hanno parlato anche i futuri candidati alla Casa Bianca, ponendosi su due fronti tutto sommato molto diversi. Donald Trump ha parlato di minaccia islamica e di terrorismo internazionale, twittando: “Orrendo evento in Florida. Prego per le vittime e le famiglie. Quando finirà? Quando diventeremo duri, astuti e vigilanti?”. E poi: “Alla fine il presidente userà le parole terrorismo islamico radicale? Se non lo farà si dovrebbe dimettere immediatamente”. Sul versante opposto, Hillary Clinton, oltre alle dovute parole di cordoglio, ha preferito focalizzare l'attenzione sul tema delle armi: “Dobbiamo tenere le armi, come quelle usate la scorsa notte, lontano dalle mani dei terroristi e altri violenti criminali. Questa è la sparatoria di massa peggiore degli Stati Uniti e ci ricorda ancora una volta che non c'è posto per le armi da guerra sulle nostre strade”.

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