32 anni dopo, don Camillo dà l'addio al “suo” campeggio di Livigno
Questa, per don Camillo, sarà l’ultima estate in campeggio a Livigno. Dopo quarant’anni di attività in tenda, ha deciso che è giunto il momento di portare a casa tutto. «Ma prima di levare definitivamente le tende, credo che valga la pena offrire ai nostri ragazzi di Albegno questo tipo di vacanza, questa variante che io ritengo fortemente educativa, oltre che bella per la sua natura», ci racconta il don a malincuore. «Purtroppo le famiglie non mandano volentieri i ragazzi in campeggio, e montare un struttura del genere è costoso. Solo il fatto di metterla in piedi ci costa 5mila euro, e questa cifra purtroppo difficilmente potrà essere recuperata, anche perché la struttura non viene sfruttata al massimo delle sue possibilità nei due mesi che resta montata. C’è il costo dei container che bisogna trasportare fin lassù, quello dei camion gru e di tutto il resto. Nel passato l’abbiamo sempre riempito facilmente, c’era più slancio verso la vita da campeggio, mentre oggi sono le persone sono più restie. Quest’anno, prima di fare questa operazione di rientro, ho voluto offrire per l’ultima volta la possibilità di godere di un’esperienza di questo tipo».
La struttura si trova a 1.900 metri di altezza, proprio nella zona sopra San Rocco, di fronte a Carosello 3000. «Siamo un po’ fuori dal paese, in una radura che si chiama Freita, ma possiamo raggiungere il centro abitato abbastanza facilmente, attraverso una strada forestale che, per essere percorsa in auto, necessita di un apposito permesso. La strada è a fondo chiuso perché finisce proprio nel campeggio, che quindi è piuttosto isolato ma neanche troppo, perché nel giro di 5 minuti con l’auto si arriva in paese. Mentre per percorrere il tratto a piedi attraverso i sentieri nei boschi che partono dal campeggio ci si impiega tre quarti d’ora. È una zona molto bella, io la frequento da 32 anni, esattamente dall’86. Abbiamo sospeso gli ultimi quattro anni, ma questa estate ho voluto ritornarci».
Un posto che don Camillo conosce proprio bene. «Sì, ormai mi daranno la cittadinanza onoraria – scherza –. L’hanno trovato i ragazzi dell’oratorio di Almenno, quando io ero curato da loro nel 1986. All’epoca, tutti gli anni, cercavamo un posto diverso per fare il campeggio, finché non abbiamo trovato questo e ci è piaciuto talmente tanto che non ci siamo più spostati. Poi, quando sono diventato parroco di Zandobbio, sono rimasto comunque collegato ad Almenno e anche con i nuovi parrocchiani abbiamo creato la nostra struttura per campeggiare, ma non potevamo ritornare in quel posto perché i miei ex parrocchiani non lo mollavano. Poi, con il tempo, si sono stancati di andare sempre lì, così io ho ritirato tutta la struttura, ho unito quella di Almenno a quella di Zandobbio, e abbiamo formato questo nuovo campeggio, dove mi sono insediato. Quello è diventato il mio territorio», dice ancora don Camillo ridendo.
«La struttura comprende 56 posti letto ed è aperta a tutti. L’abbiamo montato il 7 giugno e resterà operativo fino al 26 agosto. Abbiamo dei gruppi già prenotati, per esempio dal 3 luglio al 14 luglio ospitiamo i ciclisti di Cene, che devono...»