Ventidue morti

La strage al Museo di Tunisi

La strage al Museo di Tunisi

S’aggrava di ora in ora il bilancio delle vittime dell’attacco al Museo del Bardo di Tunisi. I deceduti sarebbero 22, secondo la tv di Stato, peggiorando così il bilancio già terribile che poco dopo le 16 era stato reso noto dal primo ministro tunisino Habib Essid. Due sarebbero le vittime tunisine, gli altri invece sarebbero tutti turisti, tra i quali quattro italiani. Nel primo pomeriggio si è concluso il blitz delle forze speciali per liberare gli ostaggi all’interno dell’edificio: due attentatori sono rimasti uccisi mentre, in precedenza, un terzo uomo (uno studente di 22 anni) era stato fermato. Il Premier ha però aggiunto che sono in corso le indagini per arrivare a chi altro ha aiutato gli attentatori, si pensa 2 o 3 persone. Circola anche la notizia che uno degli attentatori parlava italiano.

 

 

Gli italiani. Tre, come detto, sarebbero gli italiani deceduti: di uno si era già parlato nei minuti immediatamente successivi l’attacco, il secondo invece è una notizia battuta dalla corrispondente di Al-Jazeera sul luogo. In seguito è stato reso noto che le vittime italiane erano salite a quattro. Il Premier tunisino, riferendosi alla nazionalità dei deceduti, ha parlato di italiani, polacchi, spagnoli e tedeschi. «Non siamo nelle condizioni di ufficializzare il numero degli italiani coinvolti, non è questa la sede, ma si è messa in moto la macchina dell’Unità di crisi della Farnesina cui fare riferimento», è quanto detto da Matteo Renzi alla Camera. 

L’inizio dell’azione. L’azione terroristica era cominciata in tarda mattinata quando i 3 uomini si erano asserragliati nell’edificio e dove hanno tenuto in ostaggio decine di persone, dopo essere entrati in azione vestiti da soldati. All’interno del museo vi sarebbero stati, al momento, circa 100 persone. Nel primo pomeriggio è cominciata l’azione delle forze speciali per liberare i turisti: diversi di loro sono riusciti a scappare in fretta, tra i fucili delle forze speciali e le telecamere delle tv giunte sul luogo.

La telefonata dal museo. Drammatica la telefonata di Carolina Bottari, donna di Torino che è riuscita ad usare il cellulare da dentro l’edificio: «Qui stanno sparando a tutti, vi prego aiutateci. Eravamo una comitiva di una cinquantina di persone. Qui nella stanza siamo in sei italiani, di là nello stanzone sono molti di più. Due persone sono morte. Altre tre sono rimaste ferite». Al momento dell’attacco più di 200 visitatori erano presenti all’interno del museo, cento di loro sono stati portati in salvo. Fra questi, molti sarebbero passeggeri della nave Costa Fascinosa. Su Twitter postate numerose foto scattate da dentro il museo, e ora circolano a testimonianza di quanto sta accadendo.

 

 

L’attacco al Parlamento. La sparatoria è avvenuta proprio al Museo dei mosaici. L’assalto è stato compiuto da uomini travestiti da soldati che in precedenza avevano tentato di attaccare il Parlamento tunisino. Gli agenti della sicurezza hanno impedito a giornalisti e deputati di lasciare l’aula del vicino Parlamento, dove era al voto una legge anti-terrorismo. Una volta respinti dal Parlamento, gli uomini armati si sarebbero quindi diretti verso il museo. Secondo i media locali, l’Isis avrebbe già rivendicato l’attacco, cominciato in tarda mattinata.