La 36esima udienza

Bossetti, la Corte taglia i testimoni Il 15 deporrà il figlio maggiore

Bossetti, la Corte taglia i testimoni Il 15 deporrà il figlio maggiore
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Venerdì 1 aprile, in un'aula del Tribunale di Bergamo, si è tenuta la 36esima udienza del processo nei confronti di Massimo Bossetti, l'uomo accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio. Come da scaletta e come avvenuto nelle precedenti udienze, davanti alla Corte d'Assise presieduta dal giudice Antonella Bertoja si sono susseguiti una serie di testimoni chiamati a deporre dalla difesa, i quali hanno per la maggior parte negato di aver visto o sentito qualcosa la sera del 26 novembre 2010 nei pressi del centro sportivo di Brembate Sopra. Tutti hanno affermato, infatti, di non aver visto né Bossetti né il suo furgone nei dintorni del centro negli istanti immediatamente precedenti o successivi alla scomparsa della 13enne.

 

letizia ruggeri

 

Testimonianze inutili, lista tagliata. Dopo aver ascoltato i testimoni, la Bertoja ha preso una decisione molto importante ai fini del processo: la Corte ha infatti annunciato di voler tagliare sensibilmente la lista dei testimoni della difesa, già decurtata in origine da 711 nomi a 160. Non è ancora noto il numero preciso di persone che deporranno in aula chiamati su convocazione della difesa, ma si pensa si tratti di una cinquantina (massimo) di persone. Essendone già state sentite circa 40, ne rimangano una decina. Il motivo della decisione è che l'elenco dei testimoni presentato da Paolo Camporini e Claudio Salvagni, legali dell'imputato, raccoglie soltanto persone che possono offrire una testimonianza non pertinente e di scarsa rilevanza.

Una decisione importante ma certamente non sorprendente. Già nell'udienza del 30 marzo, infatti, il giudice Bertoja aveva dimostrato di condividere, almeno in parte, la posizione del pm Letizia Ruggeri, la quale aveva affermato che la lista dei testimoni della difesa era composta per la maggior parte da «testimoni chiamati a deporre su circostanze irrilevanti e indeterminate. Saremo chiamati a sentire una serie di persone che non hanno visto e ci potranno rispondere solo con “non ricordo e non so”. Possono rientrare nella categoria dell’indifferenza. Non ce n’è uno che sia pertinente con l’oggetto dell’imputazione». La Bertoja, infatti, aveva rimproverato i legali di Bossetti sottolineando come «non si può continuare con testimonianze che portano prove negative». La decisione di "tagliare" drasticamente la lista dei testimoni, dunque, era nell'aria e le deposizioni dell'1 aprile non hanno fatto altro che dare un'accelerata alla scelta.

 

Claudio-Salvagni

 

Il 15 aprile in aula il figlio di Bossetti. Ma le novità non finiscono qui. La Corte ha anche dichiarato che la prossima udienza, fissata per l'8 aprile, non si terrà e che dunque si tornerà in aula il 15 aprile, quando l'udienza si terrà, a partire dalle 15, a porte chiuse poiché si presenterà a deporre Nicolas Bossetti, il figlio maggiore (ha 14 anni) dell'imputato convocato come testimone da Camporini e Salvagni. A chiusura di udienza, invece, ai legali di Bossetti è stato domandato se chiederanno la perizia sul Dna di Ignoto 1 trovato sul cadavere di Yara. Dal punto di vista burocratico, la difesa ha ancora 15 giorni di tempo per avanzare richiesta e pare proprio che ciò avverrà: «È inevitabile - hanno affermato all'uscita del Tribunale i due avvocati -. Ci stiamo consultando con i nostri genetisti per preparare la richiesta. Abbiamo quindici giorni di tempo».

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