Foppolo, nuove ombre sul futuro È scontro tra i sindaci brembani
Sembrava che tutto andasse per il meglio. L'arcobaleno dopo la tempesta. E invece, in quel di Foppolo, torna ad esserci tensione. Al centro, ancora una volta, la ripartenza degli impianti sciistici andati distrutti dai roghi dolosi della notte dell'8 luglio, su cui ancora si sta indagando e su cui al momento c'è una sola certezza: bisogna fare in fretta se si vuole salvare la stagione invernale, e con essa anche l'economia di buona parte della Val Brembana. Una necessità comune, quella di salvare il salvabile, che sembrava aver unito tutti i protagonisti della valle. Le cose, invece, non stanno andando proprio così e lo si è visto la sera di lunedì 8 agosto.
Rendere possibile l'impossibile. Andiamo con ordine. Subito dopo la disperazione che ha colto l'intera valle per gli incendi che hanno completamente distrutto le seggiovie Quarta Baita e Montebello, a Foppolo e dintorni ci si è rimboccati le maniche. Obiettivo: raccogliere i circa 6 milioni di euro necessari per fare in modo che l'atto doloso non mettesse in ginocchio l'economia locale facendo saltare la prossima stagione invernale. Ok perdere la stagione estiva, ma quella sciistica no, sarebbe troppo. E così tutti i Comuni del circondario hanno fatto fronte comune e hanno iniziato a raccogliere denaro. Dopo i circa 2 milioni e mezzo raccolti tra i privati (47 operatori turistici della Val Brembana e una quindicina di imprenditori bergamaschi), il 21 luglio è stata la Regione a sbloccare altri 2 milioni di euro circa da destinare ai Comuni brembani. A questi soldi si sono aggiunti, la sera dell'8 agosto, i 750mila euro provenienti dal Bim (Bacino imbrifero montano). Ma è proprio su questi fondi, quelli che parevano i più scontati, che è sorto un nuovo e inatteso scontro.
Le ragioni della spaccatura. Come detto, la votazione per lo sblocco di questi 750mila euro è arrivata la sera dell'8 agosto, quando i Comuni della Comunità montana si sono trovati per discuterne. Ha vinto il via libera, ma non con la schiacciante maggioranza che ci si sarebbe aspettati: 20 voti favorevoli su 37. Una spaccatura che non può passare inosservata e che rischia di complicare enormemente la rinascita degli impianti sciistici brembani. Il riassunto di quanto accaduto durante la riunione della Comunità montana lo ha fornito al Corriere della Sera Bergamo il sindaco di Dossena, Fabio Bonzi: «Sono schifato, perché non hanno nemmeno deciso come usarli quei soldi. Avremmo dovuto votare senza saperlo». Parole durissime. A far passare la delibera, alla fine, sono stati i voti dei primi cittadini leghisti e del centrodestra, mentre gli altri o erano assenti (7) o hanno lasciato l'aula in segno di protesta (9). Si è astenuto invece dal voto il commissario prefettizio di Carona, Andrea Iannotta. I Comuni che hanno più duramente contestato la votazione sono stati quelli di San Giovanni Bianco, Dossena, Averara, Moio de’ Calvi, Valnegra, Roncobello, Ubiale di Clanezzo, Bracca e Isola di Fondra. Al centro dello scontro il fatto che, all'ultimo minuto, siano state cambiate le condizioni sul tavolo, almeno a sentire Marco Milesi, sindaco di San Giovanni Bianco.
La proposta iniziale, infatti, prevedeva due questioni: innanzitutto la divisione delle votazione sui fondi, dando la precedenza ai 750mila previsti per la stagione sciistica e lasciando per ora da parte il voto su quelli destinati ai progetti fino al 2020, che portano l'ammontare complessivo dei fondi da dividere a quasi 3 milioni di euro; successivamente il voto per la creazione di un consorzio per la gestione dei soldi destinati agli impianti di cui avrebbero fatto parte tutti i sindaci, onde evitare che a gestire il denaro sia la Brembo Ski, azienda che già prima dei roghi era praticamente fallita. E invece le cose non sono andate proprio così, visto che la maggioranza ha deciso di destinare i 750mila euro proprio alla società gestita dai Comuni di Foppolo, Valleve e Carona. Ma soprattutto, all'ultimo, è spuntato un nuovo emendamento, che ha fatto arrabbiare e non poco i Comuni contrari e che prevede l'ipotesi di recuperare le seggiovie danneggiate, mentre fino ad ora si era sempre parlato di installare la cabinovia acquistata da Corvara nel 2014 e ad oggi rimasta inutilizzata.
Le ragioni delle due fazioni. Milesi è chiaro al riguardo: «Siamo tutti d’accordo sull’importanza della stazione sciistica di Foppolo ed eravamo pronti a investire le risorse necessarie. Non così, però». A suo parere, affidare i fondi alla Brembo Ski invece che ad un apposito consorzio di cui avrebbero dovuto far parte tutti i Comuni non offre le adeguate garanzie di buona gestione del denaro. D'accordo con Milesi è Bonzi, sindaco di Dossena: «Non è chiaro cosa vogliono fare, non è così che si usano risorse pubbliche. Complimenti a chi ha votato a favore». A ribattere è Jonathan Lobati, sindaco di Lenna e consigliere provinciale, che ha votato a favore della delibera: «C’è amarezza per questa spaccatura. La proposta di creare un consorzio si può valutare, ma nell’immediato non avrebbe permesso di intervenire con tempestività». Lobati ha poi anche spiegato la scelta di inserire nella delibera l'ipotesi del recupero delle seggiovie incendiate piuttosto che l'installazione della nuova cabinovia: «È una sorta di paracadute, perché l'obiettivo è quello di ripartire questo inverno, ma i tempi sono strettissimi». La riparazione delle seggiovie costerebbe, secondo una prima stima, 1,5 milioni contro i 6 necessari per l'installazione della cabinovia. Una differenza di non poco conto, ma che forse sarebbe stato meglio discutere prima. Si sarebbe evitata una spaccatura che ora rischia di complicare ulteriormente le cose. E la Val Brembana, ad oggi, non se lo può permettere.