Gori sfida Violi nelle periferie E intanto Maroni attende (quieto)

Convinzione. È questo l’aggettivo con cui si potrebbe descrivere l’attuale stato d’animo del centrodestra lombardo. Convinzione nei propri mezzi, ma soprattutto convinzione nel fatto che i lombardi, ancora una volta, sceglieranno Roberto Maroni. Le sensazioni son tutte positive e sebbene pubblicamente nessuno si sbilanci, i beninformati non nascondono l’ottimismo. Giorgio Gori non fa paura, men che meno Dario Violi, la cui campagna elettorale è ancora in fase di organizzazione.
Il 16 dicembre, a Bergamo, si terrà una cena firmata Forza Italia a cui parteciperanno i principali esponenti azzurri orobici, ovvero Alessandro Sorte e Paolo Franco, ma anche la coordinatrice regionale Mariastella Gelmini, il capogruppo al Senato Paolo Romani e il governatore Maroni. Lì, forse, qualcuno si sbilancerà davanti ai circa 650 invitati e ammetterà che i sondaggi danno al centrodestra un margine di vantaggio che si aggira sui venti punti. Insomma, tutto sta andando per il meglio.
La convention di presentazione di Gori il 18 novembre a Milano.
Ovviamente non vale lo stesso per Gori, che sapeva benissimo di stare per affrontare una sfida complicata. Incastrando i mille impegni di un’agenda sempre più fitta tra questioni bergamasche e campagna regionale, il candidato del Pd ha iniziato il suo tour lombardo. Gori ha suddiviso il territorio regionale in circa cento aree e conta di visitarle tutte da qui ai prossimi mesi, puntando in ognuna sui temi che più stanno a cuore ai locali. Intanto si sta andando via via a formare il suo gruppo di supporto, alla cui base ci sono i comitati. Attualmente sono 250 circa, di cui 59 nella Bergamasca e 31 in città. Ognuno di questi conta almeno cinque membri, fino a un massimo di venti, e i volontari che supportano Gori nella sua campagna sono milletrecento. Dopo una partenza soft, la vera impennata è stata registrata...»