In vigore da gennaio

La banca crolla? Paga il correntista Ecco il sì dei Ministri al bail-in

La banca crolla? Paga il correntista Ecco il sì dei Ministri al bail-in
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Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera all’attuazione della direttiva europea sulle norme bancarie. Come annunciato prima dell’estate, in caso di grave necessità le banche potranno prelevare denaro direttamente dai conti correnti dei risparmiatori, e chi ha messo da parte una somma superiore a 100mila euro potrebbe non trovare più una parte dell’eccedenza qualora la banca navighi in cattive acque. Le nuove regole entreranno in vigore da gennaio ma, in caso di necessità, potrebbero essere applicate già prima. La direttiva in questione è la 2014/59/UE, che si pone l’obiettivo di prevenire il crollo dei mercati finanziari, rimediando ad alcune dinamiche messe in luce dalla recente crisi economica. Il primo strumento cui ci si affiderà è il cosiddetto bail-in, ovvero il salvataggio di un sistema bancario attraverso risorse interne; l'opposto di quanto visto nei primi interventi per fermare la crisi dell’area Euro, improntati sul bail-out, ovvero, nel caso della Grecia, il denaro era stato immesso nelle casse dello Stato dai fondi esterni ad Atene, nello specifico dell’Unione Europea. In seguito, per non far pesare il debito sulle spalle dei contribuenti dei Paesi creditori, è stato operato un taglio al valore dei titoli di Stato ellenici. Ora si sta cercando di fare in modo di evitare di ricorrere un’altra volta ad una simile misura, stabilendo dei fondi comuni che possano intervenire nei casi di insolvenza, e regolamentando gli interventi di azionisti, obbligazionisti e correntisti.

L’attuazione. Alcune banche hanno anticipato l’entrata in vigore delle nuove norme, cominciando così a istituire i fondi previsti. Ma non si tratta che di una piccola parte della liquidità che dovranno garantire nei prossimi anni. Il punto che riguarda i correntisti concerne l’attuazione del bail-in: in caso di insolvenza la banca sarà infatti tenuta a ricorrere ai fondi dei propri investitori, secondo un ordine gerarchico. Saranno coinvolti in primo luogo gli azionisti, e secondariamente gli obbligazionisti, cioè i risparmiatori che detengono obbligazioni bancarie. E infine, in ultima istanza, i soldi potranno essere prelevati direttamente dai conti correnti dei risparmiatori più facoltosi, coloro cioè che hanno depositato cifre superiori ai 100mila euro. A dirla tutta, il rischio più grande di questa manovra coinvolge però la seconda fascia, gli obbligazionisti; chi possiede un’obbligazione bancaria infatti rischia di veder scomparire interamente il proprio credito. Per rendere noto questo possibile inconveniente l’Abi ha diffuso un comunicato per avvertire che «è necessario che gli investitori facciano estrema attenzione ai rischi di alcune tipologie di investimento al momento della sottoscrizione», al fine di evitare brutte sorprese sul proprio conto corrente.

La direttiva 2014/59/UE. La direttiva emessa dall’Ue è volta a prevenire gli stati di insolvenza di una banca, o nel caso non vi sia la possibilità di evitarli, di ridurli al minimo. Per raggiungere l’obiettivo, l’UE si pone l’imperativo di non mettere le mani nelle tasche dei contribuenti, come è stato invece fatto durante la recente crisi economica, nella quale è emersa la mancanza di strumenti comuni per operare efficientemente sui mercati interni. Nel pacchetto è prevista per le banche un’assistenza di liquidità da parte degli istituti centrali e una serie di garanzie richieste agli Stati membri dell’Unione; la stabilità dei mercati internazionali è infatti imprescindibile per lo sviluppo del mercato. Negli Stati membri tuttavia non era ancora presente una linea comune per far fronte ai fallimenti, e questa direttiva ha colmato il vuoto precedente. Nello specifico, il testo prevede che «il regime dovrebbe assicurare che gli azionisti sostengano le perdite per primi e che i creditori le sostengano dopo gli azionisti», a patto però che nessun creditore sia svantaggiato subendo perdite superiori a quelle che avrebbe subito se l’ente fosse stato liquidato.

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