Una diffida in comune

La sapete l’ultima a Bergamo? Ora si fa la guerra ai dehors

La sapete l’ultima a Bergamo? Ora si fa la guerra ai dehors
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Ci mancava pure la guerra dei dehors, di quegli spazi attrezzati che stanno fuori dai bar e dai ristoranti, che sono coperti, collocati sulla strada o sui marciapiedi e dove è bello bere un aperitivo o mangiare un panino guardando il mondo che passa. A Bergamo ne abbiamo diversi, sbocciati negli ultimi sette-otto anni. Ma adesso rischiano grosso: la guerra è cominciata un paio di anni fa e ora è in atto un’offensiva potente. I nemici dei dehors hanno lanciato le loro truppe.

Come tante guerre, è partita da un fatterello. Circa tre anni fa, un bel bar di via Previtali, il Glamour Cafè, chiese e ottenne dal Comune tutti i permessi necessari per realizzare un dehor utilizzando parte del marciapiede e parte dell’aiuola di fronte al caffè stesso. Venne realizzata una struttura elegante, con tutti i crismi della sicurezza e tutte le autorizzazioni possibili, in legno e vetro. Ma, a un vicino di casa, la novità non è andata giù. Sono iniziate le segnalazioni, le proteste. Per gli orari, per i rumori, per le biciclette parcheggiate. Il caffè finora se l’è cavata, ha difeso il suo elegante dehor.

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Ma poi è arrivata la cannonata sparata non solo sul singolo, ma su tutti i dehors della città. Dicono i gestori del bar di via Previtali: «Abbiamo avuto un incontro in Comune con il sindaco e gli addetti del Commercio perché un cittadino ha presentato una diffida basata su una sentenza della Cassazione del 2017. In questa sentenza, in pratica, si equipara un dehor a un normale edificio, con tutto quello che ne consegue, compreso il rispetto delle distanze tra fabbricato e fabbricato. Ma in realtà un dehor non è una struttura stabile, è come quelle casette di legno che si appoggiano nei giardini... Però il Comune sta controllando, l’ufficio legale sta verificando tutta la questione».

Questione non semplice. Perché i dehors sono nati a Bergamo meno di dieci anni fa, dopo una lunga battaglia degli esercenti, portata avanti fin dagli Anni Novanta dalla famiglia Cè che gestisce il Balzerino di via Venti Settembre. I dehors sono strettamente legati ad esempio alla rinascita di Piazza Pontida dopo decenni di mortorio. Negli Anni Novanta, i titolari del Balzerino avevano chiesto al Comune di potere mettere tre o quattro tavolini all’esterno del locale, visto che via Venti Settembre era diventata praticamente, per fortuna, isola pedonale. Ma da parte del Comune la risposta fu negativa, per diverse ragioni, a cominciare dalla dimensione della strada e dal passaggio eventuale di mezzi di soccorso. Ma il signor Cè non si arrese e tornò alla carica ottenendo, finalmente, erano i primi anni Duemila, il permesso per pochi tavolini. A condizione che fossero coordinati con quelli dell’altro bar della strada, il Santa Lucia. E così venne fatto. Finalmente non solo il Sentierone aveva i suoi tavolini all’aperto.

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Poi è arrivato il rifacimento di piazza Pontida e, dopo il rifacimento con parziale pedonalizzazione, l’idea che anche qui si potessero inserire tavolini all’aperto. Si pensò non solo a tavolini e tende, ma a veri e propri dehors, in stile parigino, insomma. Il locale chiuso, ma all’aperto. Grazie ai vetri, grazie al riscaldamento a raggi infrarossi... Arrivarono i due dehors dalle alte cupole che, possono piacere o meno, ma sono diventati un punto di incontro importante per la città e hanno contribuito al riscatto della piazza più bella della Bergamo al piano.

Dice un tecnico del Comune: «I locali che si espandono all’aperto arricchiscono la città, la vivacizzano, senza...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 7 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 28 giugno. In versione digitale, qui.

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