Il Consiglio lo voterà il 6 giugno

La scelta coraggiosa di Bergamo che impone limiti al gioco d'azzardo

La scelta coraggiosa di Bergamo che impone limiti al gioco d'azzardo
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I numeri relativi al gioco d'azzardo a Bergamo parlano di una vera e propria emergenza. Nel solo 2015 sono stati "investiti" in questa attività ben 1.812.680.000 euro. Una cifra elevatissima, superiore rispetto alla media della provincia addirittura del 54 percento, con una spesa di oltre 2.500 euro a persona (neonati compresi) e di quasi 6mila euro l'anno a famiglia. A rendere noti questi inquietanti dati è proprio il Comune di Bergamo, che il 26 maggio ha spiegato di essere riuscito, per la prima volta, a conoscere anche i dati relativi al gioco online, che pesa per oltre 200milioni di euro sul totale poc'anzi esposto. Un'indagine minuziosa e approfondita, che ha portato la Giunta Gori a varare un provvedimento teso a limitare il gioco d’azzardo in città. Stiamo parlando del regolamento approvato giovedì 26 maggio dalla Giunta, che introduce un'assoluta novità: fasce orarie in cui non si potranno usare slot machine e videopoker e in cui sarà vietata anche la vendita dei biglietti delle lotterie istantanee (come i Gratta e Vinci), nonché la possibilità di fare scommesse su eventi sportivi. Dal regolamento, se approvato, scaturirà quindi un’ordinanza che istituirà queste fasce orarie in tutti luoghi che si trovano a meno di 500 metri da scuole, oratori e quelle strutture individuate dalla Legge Regionale, che a Bergamo significa praticamente nella totalità dei luoghi in cui è possibile giocare).

 

 

Cosa prevede il regolamento. Il nome completo del provvedimento è “Regolamento per la prevenzione e il contrasto delle patologie e delle problematiche legate al gioco d’azzardo” ed era stato promesso da tempo dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che in più occasioni aveva detto di volere limitare la pratica in città. Le nuove regole dovranno essere esaminate dal Consiglio comunale prima di entrare in vigore e il voto è previsto per il prossimo 6 giugno. L’obiettivo dichiarato del regolamento è tutelare «la salute pubblica, il risparmio familiare, la serenità domestica, l’integrità del tempo di lavoro, la sicurezza e il decoro urbani». Per farlo, come detto, introduce tre fasce orarie in cui il gioco d’azzardo è vietato:

  • dalle 7:30 alle 9:30;
  • dalle 12 alle 14;
  • dalle 19 alle 21.

Come spiega Il Post, sito di approfondimento nazionale che si è interessato al caso essendo un'assoluta novità a livello nazionale, le limitazioni interessano tutte le forme di gioco d’azzardo fatta eccezione per il Bingo, cui viene riconosciuto il valore di essere giocato in compagnia, e per i più classici Lotto e Totocalcio, che solitamente prevedono tempi più lunghi tra una giocata e l’altra e quindi non portano al gioco compulsivo. Il Comune, inoltre, introduce regole ferree per quello che riguarda la reclamizzazione del gioco (divieto nei luoghi pubblici e di proprietà del Comune, divieto di utilizzo di insegne luminose che attirano al gioco, obbligo di esporre materiale informativo) e il divieto di offrire possibilità di giocare d’azzardo a meno di 100 metri da bancomat, negozi “Compro Oro” e banchi dei pegni. Il regolamento potrebbe essere impugnato presso il Tribunale amministrativo regionale (Tar), ma i tecnici del Comune di Bergamo ritengono di avere le basi legali necessarie per sostenerlo. QUI è possibile consultare il testo del regolamento, mentre QUI si possono vedere i dati relativi al gioco d'azzardo a Bergamo.

 

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Una piaga anche tra i più giovani. Gori ha spiegato che «abbiamo svolto un’indagine conoscitiva di grande spessore per costruire il provvedimento, mappando tutte le strutture esistenti in città e intervistando oltre 15mila studenti delle scuole secondarie di Bergamo». Proprio da questa indagine si è scoperto che il 58 percento dei minorenni gioca nonostante sia vietato dalla legge, il 15 percento addirittura una volta a settimana, e che ben il 73 percento di essi sa esattamente quali strutture sul territorio consentano il gioco anche ai minorenni. Gori ha poi aggiunto: «Intendiamo proteggere persone sole, giovani e anziani, le categorie più fragili della nostra città. Sappiamo che vi sono molte persone che non tornano a casa a pranzo prese dalla foga del gioco, persone che addirittura dimenticano di andare a prendere i figli a scuola, pensionati che buttano metà o più della loro pensione nei Gratta e Vinci. In questo modo cerchiamo di mettere un freno al dilagare di dipendenze e patologie gravi, che arrivano a mettere in ginocchio tanti nostri concittadini e le loro famiglie. Si tratta di una piaga sociale e come tale va combattuta. Non siamo contrari al gioco legale, anche perché l’alternativa sarebbe un gioco gestito dalla criminalità organizzata. Pensiamo invece che si debba contrastare un fenomeno che comporta il degrado delle relazioni familiari e affettive, che comporta la perdite del lavoro e che ricade su una fetta di popolazione fragile, come giovani e anziani».

 

azzardo

 

Le polemiche. Com'era prevedibile, la decisione del Comune non ha mancato di suscitare vibrati polemiche. Massimiliano Pucci, presidente di As.tro, associazione gestori di apparecchi da intrattenimento aderente a Confindustria, ha dichiarato: «Questo regolamento è l’ennesimo attacco a senso unico contro il gioco legale. Diminuire lo spazio del gioco legale implica automaticamente l’aumento di quello illegale». La Fit, ovvero la Federazione italiana tabaccai, critica invece fortemente l'introduzione dei limiti orari anche ai Gratta e Vinci: «Effettueremo delle verifiche per capire se il Comune di Bergamo può stabilire i nuovi limiti – ha dichiarato Giovanni Russo, presidente della Fit –. Dovrebbe essere lo Stato a stabilire quando e come regolare l’offerta. A Bergamo saranno imposti questi limiti, magari in un Comune vicino non accadrà ed è lì che si sposteranno i tabaccai».

I numeri del gioco d'azzardo in Italia. Quella del gioco d'azzardo è però una piaga molto più che locale: si stima che il settore, a livello nazionale, frutti quasi 9 miliardi di euro ogni anno allo Stato. Le slot machine, in Italia, sono più di 400mila e sono presenti soprattutto nei bar e nelle tabaccherie. Il volume di gioco complessivo nel 2015 è stato pari a 88 miliardi di euro, circa il 4 percento del Pil. Di questi, 46 miliardi sono arrivati da slot machine e videopoker, 26 miliardi dalle lotterie e 16 miliardi dal gioco online. La ludopatia, cioè il gioco d’azzardo compulsivo e patologico, è ormai considerata anche dal Ministero della Salute come una malattia e pertanto rientra nei livelli essenziali di assistenza, quindi nelle pratiche per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle persone interessate attraverso prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale.

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