La strage dei pellegrini a La Mecca Morte più di 700 persone nella calca
La Mecca, il pellegrinaggio verso la città sacra dei musulmani si è trasformato in una vera e propria carneficina: a Mina, stazione di sosta del viaggio posta a circa 15 km dall’arrivo, si sono incrociati due gruppi di pellegrini, causando una calca in cui centinaia di fedeli hanno perso la vita. 717 è la cifra che circola in questo momento, ma non è escluso che il dato possa raggiungere presto crescere ulteriormente. I gruppi provenivano da direzioni differenti, uno si trovava sull’arteria principale, l’altro si è immesso da una strada secondaria. I continui ammonimenti degli altoparlanti a non accalcarsi e gli uomini del servizio di sicurezza non sono riusciti ad evitare un sovraffollamento disastroso. Le immagini che stanno arrivando sono veramente crude: corpi stesi sul terreno in posizioni innaturali, calpestati da centinaia di pellegrini impauriti, mentre le guardie e gli infermieri provano a sottrarli dalla fiumana impazzita. C’è anche una carrozzina con il telaio tutto contorto. Più di 4mila uomini sono al lavoro per soccorrere i feriti, 220 ambulanze si alternano per trasportare negli ospedali vicini le vittime.
A muslim pilgrim walks through the site where the victims of a stampede are gathered in Mina, Saudi Arabia during the annual hajj pilgrimage on Thursday, Sept. 24, 2015. Hundreds were killed and injured, Saudi authorities said. The crush happened in Mina, a large valley about five kilometers (three miles) from the holy city of Mecca that has been the site of hajj stampedes in years past. (AP Photo)
Muslim pilgrims and rescue workers gather around the victims of a stampede in Mina, Saudi Arabia during the annual hajj pilgrimage on Thursday, Sept. 24, 2015. Hundreds were killed and injured, Saudi authorities said. The crush happened in Mina, a large valley about five kilometers (three miles) from the holy city of Mecca that has been the site of hajj stampedes in years past. (AP Photo)
Rescue workers attend to victims of a stampede in Mina, Saudi Arabia during the annual hajj pilgrimage on Thursday, Sept. 24, 2015. Hundreds were killed and injured, Saudi authorities said. The crush happened in Mina, a large valley about five kilometers (three miles) from the holy city of Mecca that has been the site of hajj stampedes in years past. (AP Photo)
Emergency services attend to victims of a crush in Mina, Saudi Arabia during the annual hajj pilgrimage on Thursday, Sept. 24, 2015. Hundreds were killed and injured, Saudi authorities said. The crush happened in Mina, a large valley about five kilometers (three miles) from the holy city of Mecca that has been the site of hajj stampedes in years past. (AP Photo)
La “lapidazione del diavolo”. Il pellegrinaggio alla città santa è richiesto almeno una volta nella vita. È uno dei cinque precetti fondamentali della religione islamica, a cui i devoti obbediscono ossequiosamente. Ogni anno, in questo periodo, La Mecca ospita gruppi innumerevoli di pellegrini, si calcola in questi giorni siano quasi 2 milioni. Il problema non è nuovo e in Arabia è stato fatto molto per poter accogliere con ordine i fedeli che arrivano da ogni parte del mondo. A Mina c’è un accampamento dove sono predisposte tende per ospitare coloro che, stanchi, desiderano accamparsi la notte prima di giungere alla meta. E sempre a Mina è stato scelto il luogo per il rito della “lapidazione del diavolo”, che consiste nel lancio simbolico di alcuni sassolini contro un muro su cui sono disegnati tre steli. Si tratta del ponte di Jamarat, mastodontica struttura su tre piani, al termine del quale è stato posto il muro dove si svolge il rito. Sul ponte scorrono oltre 300mila pellegrini ogni ora. Proprio nei pressi del ponte è avvenuto il tragico incidente. Il modernissimo impianto di telecamere e i 100mila agenti di sicurezza non sono bastati a prevenire il massacro.
Precedenti. Non è la prima volta che durante il pellegrinaggio a La Mecca accade un episodio di questo genere. L’ultima grande strage era avvenuta nel 2006, quando morirono 364 persone. Ma per ritrovare un precedente superiore a questo bisogna risalire fino al 1990, quando i morti furono più di 1400. Le vittime di oggi si aggiungono alle oltre 100 dello scorso 11 settembre, quando una gru cadde sulla folla nella moschea della Mecca. Dal 1990 sono più di 3000 i morti in questi luoghi religiosi. L’Iran, rivale politico e religioso dell’Arabia Saudita, ha già puntato il dito contro le autorità locali e il governo di Riad, giudicando inadeguata la preparazione all’evento e le misure di sicurezza. Le televisioni nazionali per ora parlano di una “fuga improvvisa” che ha seminato il panico e fomentato la calca, ma non è ancora chiaro che cosa l’abbia provocata. Sembra inoltre che ci fossero nei pressi del luogo del massacro alcune strade chiuse che non garantivano sufficiente spazio per la fuga.