Oltre il lutto

Quelle piccole lapidi bianche dedicate ai bambini mai nati

Quelle piccole lapidi bianche dedicate ai bambini mai nati
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Foto in apertura: lapidi per bambini mai nati al cimitero di Piario

 

Quelle piccole lapidi bianche, per figli mai nati. Ad Albino, un gruppo di persone si dedica da anni, con discrezione e senza clamori, alla sepoltura dei bambini mai venuti alla luce, per aborti spontanei o volontari. Ne parla Francesca Pegurri, referente del gruppo.

Come nasce questa esperienza?
«Da diciassette anni con alcune persone della nostra comunità e di altre vicine abbiamo costituito il gruppo di Albino-Bergamo come delegazione di una realtà nazionale, l’Advm (Associazione Difendere la Vita con Maria), che ha sede a Novara e ci supporta dal punto di vista legale. La nostra è una piccola realtà operante in Val Seriana, in molti ormai ci conoscono, anche se la nostra presenza vuole essere silenziosa e discreta».

Qual è il vostro credo?
«Cerchiamo di abbracciare il Vangelo della Vita, aderendo al messaggio che San Giovanni Paolo II aveva espresso nell’enciclica Evangelium Vitae: “Urgono una generale mobilitazione delle coscienze e un comune sforzo etico a favore della vita... e una grande preghiera per la vita che attraversi il mondo intero". Così abbiamo mosso i nostri primi passi nell’approfondire questi temi, così delicati e così controversi, come il riconoscere la dignità di persona a ogni uomo e donna dal concepimento alla morte naturale. La preghiera ha caratterizzato e intrecciato la trama della nostra vita associativa e formazione, sia personale che comunitaria, partecipando a convegni e incontri, proponendo anche alcuni momenti di riflessione».

Quanti siete e come operate?
«Siamo una decina di persone con incarichi specifici e operiamo a titolo volontario e gratuito nei comuni di Alzano Lombardo e Piario. I Comuni mettono a disposizione del seppellimento una parte di terreno dei loro cimiteri, noi pensiamo alla parte organizzativa e di relazione con istituzioni ospedaliere e amministrazioni comunali, al seppellimento, alla fornitura di tutti i materiali per l’ospedale e la sistemazione delle piccole tombe. Ogni tomba è anonima, con incisa, su una semplice croce, la sola data di sepoltura. Le piccole bare, realizzate e decorate dai nostri volontari, contengono ognuna da uno a otto piccoli».

 

[Lapidi per bambini mai nati al cimitero di Alzano]

 

Come sostenete questo servizio?
«Con una quota associativa versata annualmente dai componenti del gruppo e, soprattutto, con le iniziative che proponiamo ogni anno nell’ambito della “Giornata nazionale per la vita”. Fuori dalle chiese del paese, la prima domenica di febbraio, offriamo dei vasetti di primule, il primo fiore a vincere l’inverno. C’è generosità, e ringraziamo di questo. Infatti, con le offerte che raccogliamo in questa occasione, oltre a sostenere l’associazione riusciamo ogni anno a collaborare al finanziamento di un “Progetto Gemma” per l’adozione prenatale a distanza di una mamma in difficoltà, salvando il suo bambino e partecipando al sostegno dei progetti del Centro Aiuto alla Vita di Alzano Lombardo».

Perché il seppellimento dei bambini non nati?
«L’atto di dare una dignitosa sepoltura ai bambini non nati ci ha dato l’opportunità di incontrare realtà come le Aziende Ospedaliere, le Amministrazioni di alcuni Comuni, alcune comunità parrocchiali, sacerdoti, ma in modo più concreto persone: uomini e donne che quasi sempre hanno condiviso il bisogno di rispettare le spoglie di questi piccoli, dando loro la possibilità di avere una sepoltura dignitosa. Per questo ci piace ringraziare tutti per l’accoglienza e per aver condiviso questo gesto semplice ma significativo e di vicinanza».

Avete una convenzione?
«Sì, con l’Azienda Ospedaliera Bolognini (nel rispetto del DPR 285/90 che regolamenta la polizia mortuaria a livello nazionale, ndr) la nostra associazione è chiamata a occuparsi del seppellimento dei bambini non nati quando i genitori decidono di non farlo personalmente, di solito a causa delle interruzioni volontarie della gravidanza, ma non solo, perché a volte anche le famiglie che vivono il dolore della perdita di questi piccoli per cause naturali non se la sentono di occuparsene e decidono di lasciare all’ospedale questo compito che poi viene affidato a noi».

Come viene vissuto l’aborto?
«È un evento tragico, anche quando volontario, ma quasi sempre sottovalutato nella sua portata. Per i genitori rappresenta un evento traumatico, uno shock emotivo che può causare un lutto profondo. Il mancato riconoscimento sociale di questo lutto lascia i genitori nella solitudine, complicando il processo di elaborazione del lutto».

Quelle piccole lapidi li aiutano?
«Questo abbraccio comunitario al loro bambino e alla loro famiglia si traduce in un gesto d’amore discreto, delicato ma presente, mai indifferente. È importante che le famiglie sappiano di avere questa possibilità, anche quando la gravidanza è di pochi mesi. Desideriamo condividere con tutti il pensiero che una mamma ha scritto al proprio bambino che per cause naturali non ha potuto nascere. Lei ce ne ha fatto dono perché potesse diventare testimonianza viva di un amore più forte della morte, per dare speranza e coraggio ad altri genitori che vivono questi momenti difficili e dolorosi».

 

«Ti abbiamo desiderato, papà e io, e abbiamo cominciato ad amarti, Filippo, nei nostri pensieri, nelle parole e nei dialoghi silenziosi, fino a quando hai preso corpo nel mio grembo dove ti abbiamo abbracciato con la tenerezza di tutto il nostro essere. A questo abbraccio d’amore si sono uniti anche i tuoi fratellini e tutti coloro che ci amano. Dio ti aveva pensato, amato e abbracciato ancor prima, progettando per te la pienezza della vita, senza sperimentare il cammino terreno. Ti ha posto tra le braccia di Sua Madre che ti cullerà per sempre con dolcezza infinita. Mentre ci guardi dagli spazi eterni, ci uniamo ai tuoi respiri d’amore in un dolce abbraccio senza tempo e, con te, imploriamo la luce divina per quelle mamme che vorrebbero sopprimere la vita che sta crescendo in loro e la forza dello Spirito perché tutte possano, malgrado le difficoltà, scegliere la vita per la loro creatura. Tu che già abiti nell’Eterno fai sentire loro la bellezza di accordare al Creatore il dono di una nuova vita e, a noi, fai arrivare la gioia di sentirci amati dall’Amore nel quale tu esisti. Ti bacio con tutto l'amore del mio cuore. La tua mamma»

 

C’è qualche ulteriore aiuto per i genitori?
«In questi anni di attività è emerso anche il problema della sofferenza dei genitori e delle famiglie, e quindi la necessaria preparazione di persone competenti che, accanto ai volontari che operano per il seppellimento, potessero accompagnare i famigliari dal punto di vista psicologico e spirituale. Nasce così il progetto nazionale “Fede e terapia” che intende offrire un aiuto concreto (numero verde 800969878 attivo 24 ore su 24, ndr)».

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