Operazione da 50 milioni

Sta per arrivare Dalmine Porta Nord (villette, capannoni e una clinica)

Sta per arrivare Dalmine Porta Nord (villette, capannoni e una clinica)
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Là dove c’era l’erba ora c’è… o meglio ci sarà la Porta Nord di Dalmine. I campi al confine tra le frazioni di Sforzatica Santa Maria e Guzzanica diventeranno presto una nuova parte di città grazie all’attuazione dell’ambito di trasformazione At02. Piano che giace nei cassetti delle varie amministrazioni comunali che si sono susseguite da diversi anni, ma che ora i proprietari dei terreni in questione, avendo dei diritti acquisiti, chiedono che venga attuato.

Cosa prevede il piano. La Porta Nord sarà composta da un’area residenziale, proprio al confine con il campo sportivo di via Guzzanica, con una serie di villette a schiera per circa 5.550 metri quadrati, mentre tra le vie Marzabotto e la strada delle valli verranno costruite sei strutture commerciali di media grandezza e una a destinazione produttivo-artigianale per oltre 21mila metri quadrati. Il piano prevede anche la realizzazione di una palazzina di non più di quattro piani destinata a diventare una clinica o un poliambulatorio privato. Tutto attorno nuove strade di accesso, una rotatoria interna, una grande pista ciclopedonale e una barriera verde a separare l’area dalla viabilità principale. Il comparto prevede tecnologie moderne ed ecologiche come colonnine per la ricarica di auto e bici elettriche, parcheggi per mamme e bambini, impianti fotovoltaici sugli edifici, aree verdi per la socializzazione. Nei capannoni, che saranno alti al massimo due piani, non ci saranno insediamenti industriali ma lavorazioni più leggere, di stampo artigianale.

L'impatto sulla viabilità. L’ambito di trasformazione è stato illustrato ai consiglieri nel corso della commissione di lunedì 19 giugno, ai quali è stato presentato il masterplan. Il progetto non passerà al vaglio del Consiglio comunale in quanto la trasformazione di quest’area era già presente nel documento di piano del piano di governo del territorio entrato in vigore nel 2012. Da questa operazione, che ha un valore di circa 50 milioni di euro, dato che si estenderà su un’area di circa 163mila metri quadrati, ci saranno dei benefici anche per l’intera città di Dalmine, soprattutto per quanto riguarda le opere viabilistiche e di mitigazione del traffico.

Ferretticasa, in fase di progettazione dell’ambito di trasformazione, ha effettuato un nuovo studio dei flussi di traffico sull’area, che si va ad aggiungere a quello già predisposto a livello cittadino dall’Amministrazione comunale. Sei milioni di euro, Ferretticasa lo investirà in opere viabilistiche interne ed esterne al comparto. La via Provinciale, nel tratto che va dalla rotatoria del Bricoman fino all’incrocio con via Guzzanica-via Tre Venezie, diventerà a due corsie per senso di marcia. Al posto del semaforo che attualmente regola l’incrocio verrà costruita una rotatoria, oltre a quella prevista all’incrocio tra via Guzzanica e via Doria e ad una terza tra queste due. L’apertura del cantiere dovrebbe avvenire per l’inizio del prossimo anno, ma Ferretticasa Spa, proprietaria di gran parte dei terreni interessati dall’ambito di trasformazione ed esecutrice dei lavori, è fiduciosa e spera di poter anticipare alla fine del 2017.

Le reazioni. La viabilità incoerente, l’ultimo pezzo di verde dalminese mangiato dal cemento, la frazione di Guzzanica ancora più isolata, un rapporto con Lombardini appare poco chiaro. Sono aspre le critiche della minoranza, ovvero di Lega Nord e Forza Italia. E contrari sono anche Nostra Dalmine e Patto Civico Contro il Cemento, che lamentano poca chiarezza da parte di tutte le amministrazioni che si sono succedute, anche per quanto riguarda le lottizzazioni future, e ricordano l’incoerenza della precedente amministrazione eletta con lo slogan «Cemento Zero» e poi responsabile della costruzione del Bricoman nei terreni boschivi del rondò autostrada.

Il sindaco Lorella Alessio dal canto suo ribadisce di essersi «attenuto a quanto previsto, anzi, abbiamo cercato di rendere vivibile e usufruibile un’area che era inutilizzata. Il Pgt prevedeva tot metri quadrati di terziario-produttivo in quella zona. L’Amministrazione che ha preceduto la mia ha riconfermato le volumetrie e noi ci siamo ritrovati a dover eseguire questa lottizzazione. Abbiamo proposto un insediamento anche residenziale, con una struttura sanitaria. Non vogliamo solo capannoni. Si tratta di campi incolti, è sì un’area verde ma è allo sbando. Spesso negli edifici disabitati bivaccavano senzatetto. È anche una questione di sicurezza».

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