I racconti delle coppie

Stezzano terra di unioni civili «La gioia di vedersi accettati»

Stezzano terra di unioni civili «La gioia di vedersi accettati»
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Stezzano è il secondo comune della provincia per numero di unioni civili. In tutto nel 2017 ne sono state celebrate quattro, contro le trentacinque del capoluogo cittadino. Si tratta di un dato rilevante, se si considera che paesi come Treviglio, Ponte San Pietro e Clusone sono ancora a quota zero. Ma per Stezzano questa è una conquista che va al di là di una mera classifica.

Un lungo percorso. È il coronamento di un lungo percorso, iniziato con una battaglia legale e concluso con gli sguardi complici di coppie innamorate, come spiega il consigliere di minoranza di «Stezzano Bene Comune» Marco Caravita, l’unico ad aver dato la disponibilità a esercitare la delega per officiare le unioni civili: «Per me è una grande soddisfazione. Nel 2016, insieme al Pd di Stezzano, all’associazione Arcigay Bergamo Cives e agli avvocati di rete Lenford, mi ero attivato per denunciare una discriminazione nata da una decisione della giunta comunale che violava la legge Cirinnà».

 

 

Quando tutto ebbe inizio. Tutto era cominciato nel 2016, quando lo stezzanese Germano Gasparini aveva chiesto di potersi unire civilmente con il proprio fidanzato nel salone che viene utilizzato per le classiche nozze tra eterosessuali. Si era invece ritrovato a fare i conti con il polveroso ufficio dei servizi demografici stipato di faldoni e scartoffie. Con una delibera, la giunta Poma aveva infatti deciso di registrare le unioni civili in una sala adiacente all’anagrafe. Quando però il Tar di Brescia ha dato torto all’amministrazione, il 1 aprile 2017, Caravita ha potuto officiare la prima unione tra i due stezzanesi Germano Gasparini e Giuliano Inselvini nell’elegante salone affrescato del Comune, tra il calore e l’affetto di una quarantina di amici e parenti. «Quell’ufficio in cui inizialmente si doveva siglare la nostra unione è un lontano ricordo - racconta Germano -. Resta però una punta di amaro. È assurdo dover ricorrere al giudice per vedere affermati dei diritti che dovrebbero essere già acquisiti».

Le unioni civili di Stezzano. Da allora sono stati celebrati altri tre matrimoni: due coppie di donne e una di uomini. «Per me è stato un onore, ho vissuto momenti emozionanti e meravigliosi dal punto di vista umano - racconta Caravita -. Negli occhi di queste coppie trapela la gioia di vedersi riconosciuto finalmente un diritto che attendevano da anni. C’è grande partecipazione e commozione di amici e parenti che, nel momento istituzionale della celebrazione, si rendono conto del significato più profondo di quel passaggio. È bello vedersi finalmente accettati senza distinzioni all’interno della comunità. Le...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 31 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 15 marzo. In versione digitale, qui.

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