Strage di Capodanno a Istanbul L'Isis ha rivendicato l'attentato
È stato l'Isis. O meglio, a distanza di poco più di 24 ore, lo Stato Islamico ha rivendicato l'attentato terroristico compiuto nella notte tra il 31 dicembre e l’1 gennaio in un famoso locale di Istanbul, il Reina, nel quale sono state uccise 39 persone e ne sono state ferite 69. Tutto ha avuto inizio alle 23.15 ore italiane, ovvero l'una e un quarto circa nella più nota città della Turchia, quando una persona armata è entrata nel noto locale del quartiere Ortakoy e ha sparato alla cieca usando un kalashnikov. Prima di entrare, l'attentatore aveva già ucciso un civile e un poliziotto. Dopo aver compiuto la strage, l'uomo è poi scappato ed ha fatto perdere le proprie tracce sfruttando probabilmente la ressa di gente che si fiondava fuori dal locale presa dal panico. Inizialmente era stata diffusa la notizia che l'attentatore fosse vestito da Babbo Natale, ma il dettaglio è stato poi smentito dal primo ministro turco Binali Yildirim e dalle immagini del circuito interno del locale, che sono state diffuse attraverso i media.
Sin da subito, date le modalità dell'attentato molto simili a quello avvenuto in Francia nel 2015, al Bataclan, si è pensato che sia stato l'Isis ad organizzarlo, ma mancava una rivendicazione, arrivata invece nelle ultime ore. Come spiega Il Post, è la seconda volta che lo Stato Islamico rivendica un attentato in Turchia, nonostante gliene siano stati attribuiti diversi. Nel comunicato, l'Isis scrive che l’attacco è stato compiuto come ritorsione per i bombardamenti turchi in Siria.
Intanto, con il passare delle ore, si fa sempre più chiara la dinamica dell'attentato. La stampa turca spiega che l’attentatore, che resta senza nome ed è ancora ricercato in tutto il Paese, è arrivato di fronte al Reina all’1.15 locale a bordo di un taxi. Ha preso una borsa dal baule, ha tirato fuori un AK-47 e ha sparato a un poliziotto che si trovava proprio di fronte all’entrata. Ha poi attraversato la strada ed è entrato nel locale, dove tra clienti, baristi e camerieri, c’erano circa ottocento persone. Ha aperto il fuoco all'impazzata per poi spogliarsi di cappotto e cappello e scappare nella ressa. L'attacco è durato esattamente sette minuti. Gli esperti di sicurezza, dopo aver visionato le immagini rese disponibili dalle autorità turche, hanno affermato che l'attentatore ha avuto probabilmente un addestramento di tipo militare.
(AP Photo/Halit Onur Sandal)
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(IHLAS NEWS AGENCY/AFP/Getty Images)
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(Stringer/Getty Images)
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Tra le 39 vittime, almeno 15 non sono di nazionalità turca. Il Reina, infatti, è un locale molto noto di Istanbul ed è frequentatissimo anche da turisti. Il Financial Times ha scritto che alcuni dei morti nella strage arrivavano da Arabia Saudita, Libano, Iraq, Tunisia, India, Marocco, Giordania, Kuwait, Canada, Israele, Belgio, Siria e Russia. Scongiurata la possibilità che anche degli italiani siano deceduti nell'attentato: i cinque nostri connazionali presenti, infatti, si sono fortunatamente salvati. Si tratta di tre modenesi, un palermitano e una ragazza bresciana. Si conoscevano, erano in Turchia per lavoro (stando a quanto riferito da La Stampa) e avevano deciso di passare il Capodanno in compagnia nella discoteca. Intervistati dalla televisione locale Trc-Telemodena, i tre emiliani hanno raccontato: «Stavamo tutti festeggiando e mangiando a tavola quando sono esplosi i primi colpi ed è scattato il panico nel locale. Ci siamo buttati a terra e poi, appena possibile, ci siamo lanciati all'esterno». Proprio durante questa disperata fuga, la ragazza bresciana è stata lievemente ferita al volto, ma nulla di grave.
Mentre in Turchia, sui principali quotidiani nazionali, è iniziata un'analisi dei motivi che hanno portato a questo terribile attentato, le forze dell'ordine continuano a cercare l'autore della strage, riuscito a fuggire a tutti i controlli per ora. Pare si tratti di un uomo del Kirghizistan o Uzbekistan, anche se non si hanno conferme al riguardo.