operazioni di polizia ancora in corso

Che cosa è successo in Canada

Che cosa è successo in Canada
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L’ombra di un nuovo 11 settembre si è abbattuta mercoledì 22 ottobre su Ottawa, in Canada. Due sparatorie hanno provocato due morti e altrettanti feriti, che non sono in pericolo di vita. Michael Zehaf-Bibeau, 32enne canadese del Quaebec, convertitosi all’islam, ha ucciso il soldato Nathan Cirillo, di origini italiane, che era di guardia alla tomba al milite ignoto presso il National War Memorial, il monumento di caduti. Dopodichè è entrato nell’edificio del Parlamento e ha ricominciato a sparare. Secondo alcuni testimoni per compiere il breve tragitto dal memoriale al Parlamento, più o meno un isolato di distanza, l’attentatore si sarebbe servito di un’auto rubata a cui erano state rimosse le targhe. Dopo la sparatoria dentro l’edificio, Michael Zehaf-Bibeau è stato ucciso dal sergente Kevin Vickers, del corpo di guardia del Parlamento, salutato come un eroe dai deputati.

I primi spari si sono sentiti alle 9.50 ora locale, quando in Italia erano le 15.50. Non si sa ancora con esattezza quante siano le persone ricercate, ma si ritiene che a sparare sia stato un commando di due o tre persone e che finora la polizia sia riuscita a identificare solo l’attentatore rimasto ucciso. A testimoniare con un video la sparatoria dentro i corridoi del Parlamento è stato un giornalista del Globe and Mail, uno dei più autorevoli giornali canadesi. Si trovava lì perché mercoledì erano in corso alcune importanti riunioni, a cui erano presenti anche il primo ministro e il capo dell’opposizione. Pare anche, stando a fonti non confermate della polizia, citate dalla tv canadese Cbc, che uno o due complici dell’attentatore avrebbero aperto il fuoco dal tetto dell’edificio e di case vicine. La ricostruzione però non ha ancora visto alcuna conferma ufficiale, e la stampa locale, così come il sindaco di Ottawa, sta abbandonando la pista del commando di terroristi per sposare la versione del singolo attentatore.

Il premier canadese, Stephen Harper, portato al sicuro in un luogo segreto con il capo dell’opposizione Thomas Mulcair, ha definito il gesto “un attacco spregevole” e ha rassicurato la popolazione dicendo che il governo prenderà tutte le misure necessarie per mettere al sicuro i suoi cittadini. Tutta l’area attorno al Parlamento è stata evacuata. Agli abitanti della zona è stato chiesto di non uscire di casa, tenendosi anche lontani da porte e finestre. Tutte le auto in uscita dalla città di Ottawa vengono controllate, così come tutte la abitazioni sospette. Il fatto che non si conoscesse il numero esatto degli appartenenti al commando e quindi quante persone circolino ancora in libertà, ha infuso grandi timori tra la popolazione, che si sente ancora più vulnerabile. La polizia ha smentito le voci di una terza sparatoria, nei pressi di un centro commerciale.

Mentre era in corso l'attacco, molti politici e impiegati hanno pubblicato sui loro profili Twitter quello che stava accadendo in tempo reale. C'è chi ha inviato messaggi per rassicurare la propria famiglia e chi ha postato le immagini di ciò che vedeva dalla finestra. L'edifico, così come tutte le scuole, è stato messo in lockdown: nessuno può entrare o uscire.

Il presidente Usa Barack Obama è stato informato dell'accaduto e subito ha avuto un colloquio telefonico con il premier Harper, con il quale per Obama è molto importante intrattenere buoni rapporti. Gli Stati Uniti sono in stretto contatto con il Canada e stanno offrendo la loro assistenza. L’ambasciata americana a Ottawa, per motivi di sicurezza, è stata isolata e il Comando di Difesa Aerospaziale del Nord-America (Norad) ha aumentato il numero dei suoi aerei in stato di allerta, che sono pronti a intervenire se necessario. Anche l’ambasciata italiana è stata chiusa. A Washington sarebbero state rafforzate le misure di sicurezza attorno all'ambasciata canadese e attorno al cimitero monumentale di Arlington, dove sono sepolti i reduci di tutte le guerre.

Nessuno sa fornire con precisione le possibili motivazioni dell’attentato, anche se sono in molti a pensare che i fatti siano la diretta conseguenza della decisione del Canada di aderire alla coalizione che sta combattendo l’Isis in Iraq e Siria. Per ora, però, sono tutte supposizioni, il vero motivo rimane ignoto e al momento non ci sono state rivendicazioni. Di preciso si sa, e questo non fa che avvalorare la pista jihadista, che a Michael Zehaf-Bibeau da qualche tempo era stato ritirato il passaporto perché considerato viaggiatore ad alto rischio. Si temeva che potesse partire dal Canada per unirsi all’Isis. Un amico di famiglia del 32enne, anch’egli musulmano, ha riferito che a suo parere Michael Zehaf-Bibeau era malato di mente e spesso vedeva diavoli e demoni ovunque, ma la sua indole non era di tipo estremista o violenta, almeno a prima vista. Alcune settimane fa l’attentatore gli aveva confidato il suo desiderio di partire per il Medio Oriente per studiare l’arabo e approfondire le sue conoscenze dell’islam.

La mente dei canadesi è subito corsa a quanto avvenuto un paio di giorni fa, quando un simpatizzante della jihad, convertito all’islam, ha ucciso investendolo con la sua auto un militare della base militare di Saint-Jean-sur-Richelieu, nel Quebec a 40 chilometri dalla capitale Montreal. La pista islamista è stata per ora ufficialmente esclusa dagli inquirenti per l’attacco al Parlamento e anche la Casa Bianca non ha saputo finora dire se l’attentato sia di matrice terroristica. In questi giorni l’allerta terroristica era di livello medio, e niente lasciava presagire un così alto rischio di attentati, sebbene nei proclami di distruzione dell’Isis il paese fosse sempre citato.

 

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