La pizza napoletana

Al Galletto d'Oro a Curno e Montello Trent’anni di pizze da numero uno

Al Galletto d'Oro a Curno e Montello Trent’anni di pizze da numero uno
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Sono passati trent’anni da quando Luigi Iorio Esposito ha aperto la sua pizzeria, «Al Galletto d’Oro» alla Dorotina di Mozzo. Un locale che è diventato ben presto punto di riferimento dell’arte bianca in provincia di Bergamo. Creatività, attenzione agli ingredienti e alle lavorazioni sono i segreti che hanno contribuito al successo della pizzeria.

L'arrivo in terra bergamasca. Luigi nasce a Napoli nel 1946 e sin da piccolo frequenta le botteghe artigianali, i negozi, le pizzerie della città partenopea, dove apprende i segreti dei famosi pizzaioli. Negli anni Sessanta segue la famiglia a Bergamo e prosegue nella sua attività in locali bergamaschi. Conosce la moglie Lidia, siracusana, e decide di avvicinarsi alla famiglia di lei trasferendosi nella città della martire, molto amata anche dai bergamaschi, e aprendo la sua prima pizzeria Santa Lucia, in onore della santa a cui era molto devoto. Ma Iorio Esposito era rimasto colpito dalla operosità di Bergamo e nel 1988 decide di ritornare con la moglie e le figlie Barbara e Katia.

 

Luigi Iorio Esposito presenta la sua Pizza della Pace, durante una manifestazione europea, a Napoli nel 1989.

 

Il Galletto d'Oro. Cerca un’opportunità e la trova a Mozzo: un locale con annessi sala da biliardo e bar alla Dorotina, che rileva e trasforma nella sua pizzeria. Il locale si chiamava Il Galletto d’oro e Luigi decide di lasciarne il nome, intuendo un’ottima potenzialità per avviare la sua attività. Testardo e caparbio, intraprende una strada in salita e nei primi tempi la sua arte non viene apprezzata. Proprio la sua tenacia lo premia in seguito, fino a far diventare la pizzeria la numero uno in Bergamasca. Non ama i clienti che vogliono modificare le sue ricette e nonostante i suoi «nient» la clientela ritornava volentieri.

Un creatore di pizze. Inventa nuove pizze: prima la pizza della Pace nel 1989, quando partecipando a una manifestazione europea a Napoli per il centenario della pizza margherita, alla quale erano presenti i migliori pizzaioli del tempo, propone la sua ricetta in onore agli sforzi per la pace fatti da Gorbachev e Reagan. Poi la pizza bergamasca con funghi, taleggio e polenta, la pizza Troisi in onore dell’attore napoletano scomparso in quel periodo, la pizza Totò e la Tognazzi, per citarne alcune.

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L'avventura continua. Nel 2013 purtroppo una grave malattia non gli lascia scampo e l’eredità professionale è raccolta dal nipote Sergio che sin dal 1988, ancora giovane, lo aveva affiancato nella sua avventura imprenditoriale bergamasca, imparando l’arte del forno a legna. Oggi il Galletto d’Oro si è trasferito a Curno, al Centro Zebra, in locali più spaziosi, e Sergio, mantenendo fede agli insegnamenti dello zio, prosegue la tradizione con il suo nutrito staff, insieme alla figlia di Luigi, Katia. «La nostra pizza – spiega Sergio – è fatta da farine speciali dei Molini Pasini e Vigevano, con ingredienti di prima qualità, e la mozzarella di bufala arriva da Salerno tutte le settimane fresca. Proprio mio zio fu il primo a fare la pizza con la mozzarella di bufala a Bergamo». L'altra figlia Barbara, già attiva nel secondo locale Al Galletto d'Oro che aveva aperto il maestro Iorio Esposito a Martinengo,  nel 2015 si è trasferita con il marito Nicola nella nuova sede di Montello. Barbara inforna ogni giorno le pizze con le ricette ereditate dal padre mentre il marito si occupa degli impasti. E l’avventura continua.

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