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Gallo: «Io scommetto su Pessina: tenetelo a Bergamo e vi stupirà»

Gallo: «Io scommetto su Pessina: tenetelo a Bergamo e vi stupirà»
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Aspettando il terzo turno di qualificazione in Europa League, nella zona nevralgica del gioco ci sono due ragazzi che stanno cercando di mettersi in mostra. Luca Valzania e Matteo Pessina sono giovani e italiani, dopo qualche stagione di gavetta in giro per l’Italia, dove hanno collezionato complessivamente circa duecento presenze tra i professionisti, il loro rientro alla base viene seguito con grande interesse da tifosi e addetti ai lavori e la speranza di avere già in casa la versione 2.0 di de Roon e Freuler è molto alta.

Per conoscere un po’ meglio Matteo Pessina, che nelle due partite di Europa League contro il Sarajevo ha giocato da titolare, abbiamo contattato il mister che nelle ultime due annate tra Como e La Spezia ha dato un contributo determinante alla sua crescita, ovvero Fabio Gallo. Ex centrocampista della Dea e allenatore delle giovanili nerazzurre, Gallo è attualmente senza squadra ma accetta volentieri di parlare del classe 1997 nato a Monza e cresciuto nelle giovanili del Milan. Oltre alle risposte che ha dato, ascoltando la voce dell’ormai ex tecnico della formazione ligure si capisce al volo la sua grande ammirazione per il ragazzo. Giorno dopo giorno, Gallo ha visto crescere e ha plasmato il centrocampista che già l’anno scorso aveva ben impressionato Gasperini in ritiro e da quello che filtra anche nelle scorse settimane un collaboratore del mister ha chiesto informazioni aggiornate sul giovane. In attesa di scoprire tutte le qualità dell’ex Milan, conosciamolo un po’ di più grazie al mister che non ha avuto alcun timore di lanciarlo poco più che ragazzo nel calcio dei grandi.

 

 

Fabio Gallo, il mentore di Mattia Pessina. È più un de Roon, un Freuler, un Cristante?
«Io direi che è soltanto Matteo Pessina. Ha le sue caratteristiche, non ho avuto il piacere e la fortuna di allenare ragazzi come de Roon, Freuler o Cristante, ma devo dire che per quello che ho visto ogni giorno sul campo, Pessina ha doti e caratteristiche molto, molto importanti».

Come può essere plasmato un ragazzo come lui da Gasperini?
«Ha certamente bisogno di adattarsi alla categoria e deve lavorare molto, ma ricordo che, ad esempio, già l’anno scorso fece il ritiro con Gasperini e alla fine il mister era decisamente dubbioso sull’opportunità di cederlo o meno in prestito. In linea generale penso che sia giusto concedergli un po’ di tempo per inserirsi ma poi ci si potrà puntare forte».

Strategicamente, per l’Atalanta è meglio tenere Pessina a lavorare con Gasperini oppure mandarlo a giocare?
«Secondo me la strada migliore è tenerlo a Bergamo. Deve stare con l’Atalanta provando a sfruttare al massimo le sue potenzialità, ma da questo punto di vista non ho nessun dubbio che possa farcela. Nel corso degli anni è migliorato, gli ho sempre detto che deve cercare di toccare un p o’ meno la palla e già nei mesi scorsi si sono visti tanti miglioramenti. Se continua, i suoi tempi di gioco non possono che migliorare ulteriormente».

 

 

In campo come si comporta? Quali sono le sue principali caratteristiche?
«Ha gamba e lo spirito giusto per andare sempre ad attaccare, deve imparare a temporeggiare un po’ di più perché in Serie A la qualità dei giocatori è altissima e quindi ogni dettaglio diventa determinante: succede tra A e B come tra B e C. Il suo spirito di adattamento è molto marcato e quindi non credo avrà nessun problema ad integrarsi».

Si dice che sia un ragazzo già molto maturo.
«Ha grande personalità, gli ho visto calciare rigori all’ultimo minuto, come successo a Frosinone, davanti a dodicimila persone. È maturo dentro e fuori dal campo, ha una famiglia splendida e vive da professionista. Vive di calcio dalla mattina alla sera, imparerete a conoscerlo e ad apprezzarlo molto velocemente, davvero un ragazzo d’oro. E si merita tanta considerazione come quella che nutre verso di lui mister Gasperini».

Vi siete sentiti dopo il suo ritorno a Bergamo?
«Mi ha chiamato anche nei giorni scorsi, ci siamo scambiati qualche impressione, ma per lui ho avuto solo parole di sostegno e di incoraggiamento per questa avventura. Si merita di non avere dubbi sulle sue possibilità. Può giocare in una linea a tre come in una linea a due, può fare il mediano basso o anche la mezzala e questo dimostra la sua duttilità. Cerca spesso anche il gol, ne ha segnati solo due in campionato ma ha fallito almeno dieci occasioni davvero molto importanti».

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