Testimone del Novecento

La morte del cardinal Capovilla

La morte del cardinal Capovilla
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Il cardinale Loris Francesco Capovilla, segretario particolare di papa Giovanni  XXIII, è morto oggi pomeriggio, giorno della solennità liturgica del Corpus domini, alla clinica Palazzolo di Bergamo. Nell’ottobre scorso aveva compiuto 100 anni. Dal 1988 Capovilla viveva a Sotto il Monte e nel marzo 2014 aveva ricevuto la porpora cardinalizia per decisione di papa Francesco. Verrà sepolto a Fontanella, secondo quanto disposto da lui stesso, a fianco di padre David Maria Turoldo.

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Nato il 14 ottobre 1915 a Pontelongo, nel Padovano, don Loris aveva prestato a lungo servizio nella diocesi di Venezia e quando, nel 1953, Angelo Roncalli venne nominato Patriarca della città lagunare, divenne suo segretario particolare. Nel 1958 accompagnò Roncalli al conclave e dopo l’elezione del cardinale bergamasco a Papa rimase sempre al suo fianco. Per quattro anni lavorò anche con Paolo VI come perito conciliare. Poi venne nominato vescovo di Chieti e Vasto e, in seguito, delegato pontificio al Santuario di Loreto, prima di ritirarsi a Ca’ Maitino di Sotto il Monte.

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Capovilla era uno degli ultimi testimoni diretti di grandi pagine di storia del Novecento, dal Concilio Vaticano II alla crisi dei missili di Cuba. Per tutta la vita ha custodito la memoria di papa Giovanni e ne ha divulgato il pensiero e le opere, curando la pubblicazione dei suoi scritti e dedicando libri e conferenze al pontefice bergamasco. In occasione della beatificazione di Giovanni XXIII, Andrea Spada, lo storico direttore de L’Eco di Bergamo scrisse a Capovilla: «Si deve in tantissima parte a Lei se Papa Giovanni, oltre che amato, è anche ben conosciuto in tutto il mondo nella sua santità... Lei è l’evangelista di Papa Giovanni. È vero. Resterà una gioia in Cristo e un grande merito di cui tutti Le saranno grati per sempre».

Le giornate di Capovilla erano scandite dalla sveglia all’alba, dalla Messa e dal lavoro alla scrivania tra carte, dossier e corrispondenze. Preghiera e lavoro erano intervallati da incontri con amici e conoscenti e da telefonate e lettere. Nello stile di Giovanni XXIII, Capovilla tenne vivo il dialogo con gli ebrei e con le varie chiese ortodosse e rimase sempre in contatto con uomini di cultura, giornalisti, uomini di Stato, ma anche con operai, imprenditori e giovani, credenti e non credenti. Il cardinale scomparso era legato in modo particolare alla comunità di Taizè alla quale fece dono del breviario di Papa Giovanni. Scelse di festeggiare il suo ultimo compleanno in compagnia dei profughi che sono ospitati nella casa natale del Papa Buono. La camera ardente è stata allestita al museo di Ca' Maitino; i funerali saranno celebrati lunedì alle 10.30 nella Chiesa parrocchiale di Sotto il Monte.

 

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Questo il telegramma di cordoglio di Papa Francesco al vescovo di Bergamo, Francesco Beschi.

«Nell’apprendere la notizia del decesso del venerato cardinale Loris Francesco Capovilla, desidero esprimere le mie condoglianze a lei, all’intera comunità diocesana – di cui si sentiva ormai parte viva – alle suore delle poverelle di Ca’ Maitino in Sotto il Monte, che lo hanno amorevolmente assistito, ai parenti, agli amici e agli estimatori del benemerito porporato.

Penso con affetto a questo caro fratello che nella sua lunga e feconda esistenza ha testimoniato con gioia il Vangelo e servito docilmente la Chiesa, dapprima nella diocesi di Venezia, poi con premuroso affetto accanto al papa san Giovanni XXIII, della cui memoria fu zelante custode e valido interprete. Nel suo ministero episcopale, specialmente a Chieti-Vasto e a Loreto, fu sempre pastore totalmente dedito al bene dei sacerdoti e dei fedeli tutti, nel segno di una solida fedeltà alla bussola del Concilio Vaticano II.

Elevo la mia preghiera al Signore affinché, per intercessione della Beata Vergine Maria e di san Marco evangelista, accolga questo suo fedele servitore nel gaudio e nella pace eterna, e di cuore imparto a quanti ne piangono la scomparsa la benedizione apostolica».

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