Ha ispirato l'omonimo film

Il vero lupo di Wall Street ora si è messo a fare conferenze

Il vero lupo di Wall Street ora si è messo a fare conferenze
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In The Wolf of Wall Street, il film di Scorsese uscito qualche mese fa nelle sale, Leonardo Di Caprio interpreta Jordan Belfort, giovane e spregiudicato broker che non si fa scrupoli nel perseguire ricchezza e potere attraverso le vie dell’illegalità. La bravura dell’attore, ampiamente riconosciuta, benché al solito non premiata, è stata apprezzata dallo stesso Belfort, il quale ha dichiarato: «Leonardo di Caprio è stato veramente convincente, non solo perché è un grande attore, ma anche perché ho trascorso mesi a lavorare con lui». E fin qui, tutti d’accordo. Di Caprio ha tallonato Belfort, oppure è stato il contrario, ha vissuto per un po’ in osmosi con lui e infine si è prodotto in un’ottima prova di recitazione, rendendoci edotti su successi, malefatte e eccessi del famigerato personaggio. Ma vi siete mai chiesti che fine ha fatto, il Lupo di Wall Street, dopo essere stato il Lupo di Wall Street?

Ci si conceda di fare il punto della situazione, a beneficio di chi il film non l’ha visto. Di origini ebraiche, Jordan Belfort è nato nel Queens agli inizi degli anni Sessanta. Si laurea in Biologia, ma inizia a lavorare come broker presso la banca Rothshild fino al fallimento, nel 1987. Nel 1990 fonda la società di brokeraggio Stratton Oakmont che vende telefonicamente penny stock, azioni di piccole società vendute a peso d’oro agli investitori, ovviamente mentendo sulle prospettiva di crescita delle società stesse e sul livello di rischio. Nel 1998 viene incriminato per frode e riciclaggio di denaro e, dopo aver collaborato con l’FBI, trascorre 22 mesi in una prigione federale, anziché quattro anni. Durante la permanenza in cella, il suo amico e compare Tommy Chong gli suggerisce di scrivere un libro sulle sue avventure. Belfort segue il suggerimento e intitola l'autobiografia Il lupo di Wall Street: ecco spiegata l’origine del suo suggestivo pseudonimo.

 

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Al momento, dicono che Belfort debba ancora finire di pagare la multa da 110 milioni di dollari con cui è tenuto a risarcire gli investitori truffati e che per racimolare i fondi necessari stia lavorando come conferenziere. Una posizione di tutto rispetto, se non fosse che l’oggetto delle conferenze sia, in sintesi, come diventare un seguace di Jordan Belfort. L’ultimo incontro sul tema “La verità dietro il suo successo è avvenuto qualche giorno fa, al Los Angeles Convention Center. Costo del biglietto d’ingresso: 89 dollari, ma solo se provvisti di un buono Groupon, che dava diritto al 50 percento di sconto. Un giornalista di Business Insider ci è andato e ha riportato alcune delle frasi-aforismi pronunciate da Belfort. Assioma numero uno: «vendere è tutto nella vita. O vendi o sei un fallito». Corollario (quasi darwiniano): «Il mondo si divide tra papere e aquile. La papera ha una storia, la sua fottuta storia. Quelli starnazzano come papere. Perché non possono avere quello che vogliono? La loro storia impedisce loro di ottenere quello che vogliono. Hanno quella che io chiamo una “opzione di impossibilità”. Le aquile, invece, le aquile sono diverse. Le aquile volteggiano sopra la massa. C’è una cosa di cui posso darvi assicurazione: in questa stanza non c’è una sola papera. E sapete perché? Le papere non vengono a incontri come questo». Uno stormo di aquile, il pubblico, anche se qualcuno avrebbe potuto far notare che le aquile, di norma, preferiscono volare da sole. Ma pazienza, si vede che la laurea in biologia è proprio un lontano ricordo.

 

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A seguire, cliché e consigli inoppugnabili, del tipo: «per vincere devi essere sottile come una puntina da disegno»; «devi essere entusiasta come l’inferno» (sic) e pure «un esperto nel tuo campo». Ma il bello arriva alla fine delle quattro ore di chiacchierata. Belfort propone al pubblico – un po’ innervosito, riferisce il cronista americano -, di iscriversi a un seminario di tre giorni del costo di 1.997 dollari, un prezzo di favore che viene concesso solo nel caso in cui 100 tra i presenti accettassero di firmare il modulo. Il valore intero della tre giorni sarebbe di 10 mila dollari.

«Non è completamente chiaro quanto denaro stia guadagnando Belfort con questo tour», scrive il giornalista, «né si sa quanto stia pagando della somma da lui dovuta al governo federale. A ottobre 2013 pare che dovesse ancora restituire 11 milioni di dollari, ma dal momento che ora è libero, è decaduto l’obbligo di restituzione». Secondo le dichiarazioni dello stesso Belfort, il ciclo di incontri gli starebbe fruttando 100 milioni di dollari. Il giornalista ne ha fatto menzione alla fidanzata del “Lupo”, Anna Koppe, che è scoppiata a ridere: «quello è soltato Jordan Belfort che fa Jordan Belfort. Devi sognare in grande. In questo modo, se fallisci, sei ancora ricco».

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