Era tornato ad Haiti dopo 25 anni di esilio

È morto "Baby Doc" Duvalier il figlio del regno del terrore

È morto "Baby Doc" Duvalier il figlio del regno del terrore
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Sabato 4 ottobre è morto, nella sua casa a Port-au-Prince, l’ex dittatore haitiano Jean-Claude “Baby Doc” Duvalier. Aveva 63 anni e a darne la notizia è stato il Ministero della Sanità. La conferma è poi arrivata dal profilo Twitter ufficiale di Michel Martelly, presidente di Haiti, che ha voluto, «nonostante i dissidi e le divergenze», dire addio «a un vecchio figlio di Haiti». Un figlio di Haiti che, però, ha anche fatto soffrire molto la sua popolazione dato che era sotto accusa per i crimini commessi durante il suo regime, iniziato nel 1971 e conclusosi per una rivolta popolare nel 1986. Dopo 25 anni di esilio in Francia, Baby Doc era tornato a Port-au-Prince nel 2011, in seguito al tragico terremoto che ha distrutto gran parte della Nazione, dichiarando di voler aiutare i suoi connazionali nella rinascita, cosa mai realmente accaduta.

 

 

Da Papa Doc a Baby Doc. Jean-Claude Duvalier era figlio del più noto François Duvalier, conosciuto con il soprannome di Papa Doc e sanguinario dittatore dell’arcipelago caraibico di Haiti dal 1957 fino alla sua morte nel 1971. Papa Doc studiò medicina ed entrò nell’entourage governativo nel 1946 come direttore generale del servizio sanitario nazionale. Nel ’49 divenne Ministro della Sanità e del Lavoro e nel 1957, con l’appoggio dell’esercito, partecipò alle elezioni presidenziali, in cui vinse con una maggioranza schiacciante. La sua campagna elettorale fu fortemente populista: di origini martinicane, attaccò duramente la classe ricca haitiana, composta da mulatti di origini europee, esaltando invece la parte più povera della popolazione, di origini africane. Gran parte della sua influenza sulla popolazione giunse grazie all’impulso che chiede alla tradizione voodoo, religione di molti haitiani. Papa Doc si autodefiniva uno stregone nero e, per essere ancora più persuasivo, iniziò a rendersi il più somigliante possibile all’immagine della divinità voodoo Baron Samedi, guida dei morti verso l’aldilà. Cilindro in testa, elegante abito da sera, occhiali scuri e sigaro in bocca, tutto naturalmente nero: il popolo si convinse che Papa Doc fosse realmente Baron Samedi.

Dopo aver conquistato l’appoggio della popolazione, nel 1964 si proclamò presidente a vita e venne così “ufficializzata” la sua dittatura, che divenne più brutale e repressiva: le milizie di Stato, i famosi Tonton Macoutes (che significa uomini neri in creolo) fondati nel 1959, ebbero carta bianca e divennero dei veri cani sciolti alle dipendenze del dittatore. Papa Doc usò l’omicidio e l’espulsione per sopprimere le opposizioni: si stima che siano circa 30 mila le persone uccise per suo ordine diretto. Il Vaticano lo scomunicò e gli Usa, dopo averlo usato come contraltare al potere comunista di Cuba, bloccò gli aiuti all’economia haitiana. Il suo regno del terrore continuò fino al 1971, anno della sua morte, quando elesse come suo successore il figlio, appena 19enne, Jean-Claude.

Un inno allo sperpero. Jean-Claude Duvalier visse un’infanzia agiata, tra ricchezze e sotto la protezione paterna. Nonostante Papa Doc si fosse costruito l’immagine di divinità del voodoo, il figlio frequentò le migliori scuole cattoliche e alla morte del padre stava studiando giurisprudenza. Divenne presidente a vita di Haiti ad appena 19 anni e per questo venne soprannominato Baby Doc. Inizialmente, il giovane, non fosse d’accordo col diventare capo di Stato e avrebbe voluto che il potere passasse alla sorella maggiore Marie-Denise Duvalier. Il padre però fu irremovibile. Proprio perché poco interessato al potere, Baby Doc delegò gran parte del potere alla madre Simone Ovide e all’ex Ministro degli Interni del padre, Luckner Cambronne, mentre il giovane si limitava a presenziare alle cerimonie ufficiali e a fare la bella vita, andando a donne e sperperando gran parte delle ricchezze della famiglia. Inizialmente, il suo governo parse maggiormente liberale e riallacciò i contatti con Stati Uniti e governi confinanti, ma gli aiuti di Stato provenienti dall’estero finivano quasi tutti nelle sue tasche. Attenuò le politiche di polizia, ma mise in ginocchio l’economia di Haiti.

Il cambio di politica arrivò nel 1980, quando decise di sposare la mulatta Michelle Bennet Pasquet: la popolazione di origine africana, che in Papa Doc aveva visto la propria rivincita, si trovava ora con un presidente sposato con una mulatta, emblema della vecchia classe dirigente, e per di più ex moglie di Alix Pasquet, ufficiale mulatto che aveva tentato un colpi di Stato ai danni di Papa Doc. La popolarità di Baby Doc crollò e lui si rifugiò nello stesso regno del terrore che aveva contraddistinto la politica paterna. Il matrimonio fu un inno allo spreco: costò circa 3 milioni di dollari (di soldi pubblici). Molti gerarchi, che erano stati molto vicini al padre, criticarono le scelte del giovane che decise così di eliminarli e sostituirli. Anche la madre fu espulsa da Haiti. La politica interna ed economica scellerata, causò una rivolta popolare che, nel 1986, costrinse Jean-Claude Duvalier alla fuga. Si rifugiò in Francia, portando nelle banche svizzere circa sei milioni di franchi, gli ultimi soldi rimasti nelle casse dello Stato. Questi furono però immediatamente congelati. In seguito alla sua fuga, divorziò, una scelta che gli costò una buona fetta della sua fortuna. Il 17 gennaio 2011, dopo 25 anni di esilio d’orato, Baby Doc tornò a Port-au-Prince, affermando di voler aiutare Haiti a riprendersi dal terribile terremoto che l’aveva messa in ginocchio nell’anno precedente, ma fino a sabato 4 ottobre 2014, giorno della sua morte, non si riscontra alcun tipo di attività benefica da parte sua.

Nonostante non siano stato un dittatore sanguinario tanto quanto il padre, Baby Doc è stato comunque bersaglio di molte associazioni internazionali in difesa dei diritti umani, che l’hanno accusato di crimini contro l’umanità. Diversi procedimenti nei suoi confronti erano tuttora in corso quando è stato colto da arresto cardiaco.

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