«Penso che un sogno così non ritorni mai più»

Modugno, vent'anni senza volare

Modugno, vent'anni senza volare
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Il 6 agosto di vent’anni fa, a seguito di un infarto, moriva a Lampedusa, a soli 66 anni, Domenico Modugno. Per gli amici era Mimmo, per tutti invece è conosciuto come il cantante di «Volare oh, oh, cantare oh, oh, nel blu dipinto di blu, felice di stare lassù...». È stato proprio questo il ritornello a renderlo il primo cantautore italiano capace di rivoluzionare la storia della musica (oltre che a valergli la vittoria al Festival di Sanremo).

Considerato oggi uno dei padri della canzone italiana, Modugno scrisse e incise circa 230 canzoni (quattro vincitrici al Festival di Sanremo), interpretò 38 film per il cinema e 7 per la televisione, recitò in 13 spettacoli teatrali, condusse alcuni programmi televisivi.

Il successo internazionale giunse, appunto, con Nel blu dipinto di blu, presto ribattezzata da tutti Volare. La celebre canzone ha venduto 800mila dischi in Italia e oltre 22 milioni nel mondo. Modugno, insieme a Renato Carosone, è l’unico ad essere riuscito a vendere dischi negli Stati Uniti senza inciderli in inglese.

All’inizio faceva l’attore. Modugno inizia la sua avventura artistica come attore, con buona fortuna di pubblico, presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove conosce Franca Gandolfi, aspirante attrice come lui, che nel 1955 diventa sua moglie. La sua prima comparsa cinematografica è del 1949, nel film I pompieri di Viggiù. Nel 1951 appare in Filumena Marturano. Fino al 1953, la sua vita si divide tra partecipazioni a numerosi film e spettacoli teatrali, fino a quando il Modugno cantante adombrerà quello attore.

Poi cominciò a cantare. Inizialmente canta solo con la chitarra nelle osterie di Torino e poi Roma, dove si trasferisce in cerca di successo, per raccattare qualche spicciolo. Nel 1953 escono le sue prime canzoni e i primi testi in dialetto napoletano. Il 1955 è l’anno di Vecchio Frack. Il primo vero successo di pubblico di Modugno è Musetto, proposta a Sanremo da Gianni Mazzocchi e poi cantata dal Quartetto Cedra; l’anno dopo arrivano Resta cu’mme, O caffè, Lazzarella e Strada nfosa, tutte di discreto successo.

 

http://youtu.be/cgqSsWtJo_A

 

Nel blu dipinto di blu e la rivoluzione della canzone italiana. Quando arriva a Sanremo, il 30 gennaio 1958, con Nel blu dipinto di blu, è quindi un cantante emergente, di cui i critici parlano, ma senza particolare attenzione. Ma dopo la sua interpretazione al Festival di Sanremo, la canzone italiana non è più la stessa. «Sentivo il bisogno, un bisogno naturale – diceva Modugno nelle interviste dell’epoca – di rompere con tutto quel mondo di canzoni sdolcinate, piene di sentimenti provincialmente patetici, espresse da voci tutte uguali: sentivo il bisogno di trovare un modo diverso di cantare, di urlare i sentimenti, incavolarsi mentre le dicevo». La canzone non determinò solo una rivoluzione a livello interpretativo, ma anche a livello di testo: qualcuno vide in questa un esempio di “ermetismo” in canzone, stabilendo paralleli con Montale, Quasimodo. Le braccia spalancate del cantante sono diventate simbolo di un’Italia in pieno boom economico che sognava di spiccare il volo assieme al suo nuovo eroe nazionale.

L’addio alla musica e l’impegno politico. Modugno, nella sua lunga carriera, partecipò a 11 festival di Sanremo, come autore o come interprete, e ne vinse quattro. Diede il suo addio alla musica il 12 giugno 1984 quando, durante la registrazione della trasmissione di Canale 5 La Luna del Pozzo, negli studi televisivi di Cologno Monzese, fu colpito da un ictus, che decretò il suo ritiro definitivo dalle scene e l’inizio del suo impegno politico per il Partito Radicale, per il quale fu candidato nel 1987 ed eletto alla camera tra i deputati della X legislatura.

 

http://youtu.be/cGwqW68z1XM

 

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