PyeongChang 2018

Lo stava aspettando da tutta la vita Sofia Goggia ce l'ha fatta, davvero

Lo stava aspettando da tutta la vita Sofia Goggia ce l'ha fatta, davvero
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«Avevo già sognato di alzare le braccia al cielo sul podio olimpico. Però fino a quando non lo fai, non è nulla. Chi lo avrebbe mai detto che una ragazza di venticinque anni, che a sei anni sulle nevi di Foppolo sognava di vincere le Olimpiadi, un giorno lo avrebbe vinto davvero». Tutto vero. Sofia Goggia è medaglia d’oro, campionessa olimpica, la prima a italiana della storia a vincere la discesa libera. Lo ha fatto nel suo stile, triturando l’ansia in mille pezzettini e restituendoci un bellissimo affresco di sorrisi. «È la migliore goggiata della mia vita, così intanto cambiamo accezione al termine». È la nostra campionessa a rendere i Giochi di Pyeongchang un vero trionfo. Come sempre, Giovanni Malagò, il presidente del Coni, ha trovato le parole giuste per definire il successo di Sofia: «Un oro pesantissimo. È una grande vittoria per l'Italia, per questa federazione, per lo sport. La discesa è il simbolo dello sci e delle Olimpiadi invernali in assoluto».

 

 

Era scritto da qualche parte che Sofia avrebbe vinto. Non su Sport Illustrated, che della Goggia aveva pronosticato un clamoroso flop. Ma queste cose, si sa, non hanno alcuna importanza. «La vittoria la dedico a me stessa, al mio bel Paese, alle persone che vogliono bene a Sofia indipendentemente dal fatto che vinca l'Olimpiade. Sono una pasticciona, ma oggi sono stata una samurai». I samurai hanno onore, la paura non gli appartiene. Doveva scacciare via i suoi incubi, Sofia. Dimenticarsi degli infortuni, delle delusioni, delle fatiche. Ricordarsi di essere l’atleta che l’anno scorso salì tredici volte sul podio, che conquistò un bronzo mondiale. Non era facile. «Ero così focalizzata sulle sensazioni che avevo avuto in superG, che la gioia che c'è in me non è ancora eruttata. Erano anni che cercavo questo modo di sciare. Lì ho capito che avrei potuto fare una grande discesa. Nella mia meditazione di ieri ho chiesto a me stessa di stare sulle mie gambe, di fare la mia discesa. Ho cercato di costruire questa gara e sono contenta di quello che ho assemblato, è un po’ la discesa della maturità».

Alpine Skiing - PyeongChang 2018 Olympic Games
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Pyeongchang Olympics Alpine Skiing Women
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Prima di andare alla cerimonia di premiazione, Sofia ha telefonato alla sua amica Michela Moioli, l’altra campionessa olimpica. Si sono fatte i complimenti, festeggeranno insieme. «Quando ho superato la linea, è stato come se mi fossi tolta un peso dalle spalle. Ero arrivata al traguardo, cosa che con me non è mai garantita, ero felice di come avevo sciato», ha detto ancora Sofia. Le altre gare non erano andate granché, ma la verità è che Sofia aspettava questo giorno da tutta la vita. Cominciò a scoprirlo qualche anno fa, quando dal suo lettone guardava vincere l’avversaria, Lindsey Vonn, oggi terza. «È incredibile. L'anno scorso, quando vinsi qui la mia prima gara di Coppa, la battei e mi sentii onorata di gareggiare con lei, la più grande sciatrice di tutti i tempi. È un grande onore per me competere con lei e combattere con lei, anche per la Coppa del Mondo. Ricordo che la guardavo in tv durante i miei infortuni di qualche anno fa. Allora sognavo di poter competere al top. Credo di dover ancora realizzare di aver vinto l'oro olimpico. Sento che sto per eruttare».

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