Inchiesta "Carica delle 104"

Ad Agrigento, stando ai certificati i docenti sono quasi tutti disabili...

Ad Agrigento, stando ai certificati i docenti sono quasi tutti disabili...
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Di storie di cronaca che narrano di fasulle certificazioni di disabilità al fine di ottenere qualche benefit non meritato da parte dello Stato se ne sente parlare spesso: da coloro che si fingono ciechi e vengono poi pizzicati a guidare fino ai presunti immobilizzati che un mattino vengono visti fare del tranquillo jogging (tutte storie vere, sia chiaro). Eppure, per quanto dunque il nostro orecchio sia piuttosto abituato a vicende di questo tipo, quello che è successo ad Agrigento lascia comunque a dir poco stupefatti: il campanello d’allarme per le autorità di controllo è suonato nel momento in cui la quasi totalità dei docenti che hanno goduto della mobilità prevista dalla recente riforma della scuola presentavano requisiti rientranti nel campo della famosa legge 104, quella riguardante le specifiche tutele per le persone affette da disabilità o che presentano disabili di qualsiasi tipo all’interno del proprio nucleo famigliare (e che di conseguenza ha permesso loro di passare davanti a tutti gli altri insegnanti). Una stranezza che, una volta, approfondita, ha svelato un fiorente mercato nero di certificazioni di disabilità false.

 

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La “carica delle 104”. Negli scorsi giorni, le forze dell’ordine di Agrigento hanno messo a punto un’indagine, chiamata “carica delle 104” per motivi facilmente intuibili, che affonda le sue radici già a circa due anni fa e che oggi è tesa a smascherare l’esistenza di un giro di attestazioni di false invalidità volte a permettere a qualche furbetto di godere dei privilegi della legge 104, ovvero, come detto, il testo normativo che regola la vita lavorativa di soggetti affetti da disabilità o che presentano in famiglia elementi disabili. Fra i benefit ottenibili in particolare per il comparto scolastico, giusto per segnalarne qualcuno, ci sono: 3 giorni retribuiti di permesso, 2 anni di congedo straordinario retribuito in caso di assistenza necessaria ad un disabili grave, il superamento del blocco triennale di permanenza nella provincia di assunzione e, soprattutto, la precedenza nella mobilità. Mica male, insomma. In passato era già capitato che i dipendenti pubblici di Agrigento finissero nel mirino dei magistrati per il massiccio utilizzo di permessi di invalidità con numeri nettamente superiori al resto d’Italia, e la recente tornata di certificazioni legate al mondo dei docenti è stata troppo sospetta per non aprirci un’inchiesta. I risultati, fra intercettazioni e controlli, non si sono fatti attendere, e hanno svelato un mondo parallelo alla fisiologica burocrazia abitato da centinaia di docenti che nei registri pubblici apparivano portatori di handicap o detentori nel nucleo famigliare di un elemento affetto da una qualche disabilità.

 

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Numeri pazzeschi. Nell’ambito degli spostamenti previsti dalla legge sulla Buona Scuola varata dal governo Renzi, su 51 trasferimenti nelle strutture della provincia di Agrigento ben 49 sono stati assegnati a docenti che hanno goduto della legge 104, ovvero, in termini statistici, il 96 percento. En plein per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, con 5 casi su 5. È naturale che numeri del genere insospettiscano, e così nella città siciliana sono ben 108 le persone indagate dalla magistratura. Per l’accusa, la maggior parte delle certificazioni riguarderebbero false patologie o aggravamenti ingiustificati di problemi di salute inconsistenti. E se da un lato c’è chi ha immeritatamente usufruito di determinate tutele, dall’altro ci sono coloro che invece si sono viste precludere determinate possibilità a causa di sedicenti invalidi: lunedì 1 agosto, di fronte all’ufficio provinciale scolastico di Agrigento, un sit-in di insegnanti è sceso in strada per protestare contro questi vergognosi numeri. E come dar loro torto.

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