Le apparizioni del 1944

Il "miracolo" di Adelaide delle Ghiaie

Il "miracolo" di Adelaide delle Ghiaie
Pubblicato:
Aggiornato:

Don Ettore Bonaldi era un prete salesiano di Schilpario, un prete particolare, missionario in Palestina, dalla fine degli Anni Trenta e fino ai primi Anni Cinquanta. Nel 1966 si ammalò di leucemia, arrivò a un passo dalla morte. Ma si salvò, in maniera miracolosa. Della sua vicenda si è ricominciato a parlare in questi giorni, a proposito delle apparizioni del 1944 alle Ghiaie di Bonate Sopra. Il decreto del vescovo Francesco Beschi dei giorni scorsi, che autorizza il culto di “Maria Regina della Famiglia” in questo luogo, ha riaperto la discussione sui fatti di settantantacinque anni fa. Perché questo è il luogo delle apparizioni, e per via di questo fenomeno da quel lontano mese di maggio ogni giorno e ogni notte, sempre, in questo posto si snoda un rosario di visite, di fedeli, di preghiere. In maniera sempre discreta, umile. La Chiesa di Bergamo al tempo indagò su quanto accadde alla bambina Adelaide Roncalli, di sette anni, su che cosa le successe in quel mese di maggio. Alla fine delle indagini, la commissione si espresse in maniera negativa: non constavano elementi di “sovrannaturalità” nella vicenda.

Ma i fedeli non si sono mai arresi. Hanno continuato ad affluire in questo posto, un luogo povero, un campo con alcune piccole cascine, una di queste abitazione di Adelaide. Ora il vescovo ha autorizzato il culto di Maria in questo luogo, pur evitando di tornare sul tema apparizioni. Ma la questione è scottante. Adelaide crebbe, divenne una donna che mise su una famiglia, lavorò come infermiera a Milano. Accettò le decisioni della Chiesa senza mai ribellarsi, senza lamentarsi. Non fece mai nulla per sfruttare l’esperienza di quel maggio. Nessuna speculazione, nessun guadagno. Lavorò in ospedale in incognito, sotto falso nome, per non creare problemi. E nel suo ospedale, fra i pazienti, arrivò anche don Ettore Bonaldi. Nell’aprile del 1966, a don Ettore era stata...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 10 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 7 marzo. In versione digitale, qui.

Seguici sui nostri canali