Supermarket, multe, Ztl

A Mozzo è dura per i commercianti «Ma insieme ce la faremo»

A Mozzo è dura per i commercianti «Ma insieme ce la faremo»
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Un 2018 in chiaroscuro per il commercio mozzese. Chiude una trattoria in via Piatti, è chiuso un ristorante in piazza, la macelleria sempre di via Piatti, chiuderà un bar al Pascoletto. Si vocifera che nei locali lasciati dalla trattoria dovrebbe arrivare un’azienda di pompe funebri con annessa sala del commiato, sarebbe forse la prima della zona. Ha aperto invece una pizzeria in via Piatti e nel 2019 dovrebbe arrivare la seconda farmacia a Mozzo in zona Borghetto, come da esito del terzo interpello del concorso straordinario della Regione Lombardia per la copertura delle nuove sedi previste dalla legge. I bilanci di previsione del  settore delle farmacie confermano che Mozzo nel 2018 è in contro tendenza (più 0,14 per cento), rispetto al resto della provincia di Bergamo negativa (meno 3,31), il tutto nonostante la migrazione di un medico a Curno. La clientela è affezionata e apprezza la qualità del servizio della farmacia in paese. Mentre non sembra che ci sia preoccupazione per la previsione di una nuova apertura, in quanto dovrebbe andare a coprire un bacino territoriale diverso.

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Gianluca Pirola

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Francesca Belotti

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Piergilio Rota

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Franco Medolago

Di diverso avviso è la titolare del panificio di via Piatti, Francesca Belotti: «La previsione di chiusura delle strade al traffico extra comunale potrebbe causare effetti negativi sul commercio dei piccoli negozi. Lo verificheremo nel 2019 quando entrerà in vigore. Ritengo che vadano individuate alcune soluzioni per incentivare soprattutto i residenti a entrare nei negozi dove possono trovare oltre che alla qualità dei prodotti un servizio molto attento che non possono trovare nella grande distribuzione, con qualche sorpresa anche sul tema dei prezzi. Noi siamo piccoli e non abbiamo le risorse per fare operazioni di marketing di massa, se non il passaparola. Penso servano delle campagne di sensibilizzazione da parte delle pubbliche istituzioni, che spieghino il valore sociale dei negozi di vicinato che generano relazioni. Ogni attività che chiude è un pezzo di storia che se ne va. Ad esempio percorsi informativi nelle scuole per spiegare alle giovani generazioni l’importanza delle attività locali per mantenere vivo il paese, senza i negozi di vicinato un paese è destinato a morire».

Un altro commerciante parla della viabilità e lamenta l’incremento dei dossi in paese: «Era meglio una bella telecamera con semaforo, che ferma le auto che vanno oltre il limite consentito. Anche la soluzione dei paletti lungo i marciapiedi che creano disagi e pericolo in fase di parcheggio per le auto». Poi affronta il tema dell’area ecologica: «Devo dare atto che con la nuova gestione le cose sono migliorate per i cittadini, ma noi commercianti siamo ancora una volta penalizzati: possiamo entrare nella stazione solo con autovettura e scaricare quello che vogliamo. Chi ha mezzi furgonati viene penalizzato. Troppa burocrazia per poter utilizzare la stazione con i mezzi di lavoro. In altri comuni ci sono procedure semplificate per...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 44 del BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 27 dicembre. In versione digitale, qui.

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