Il Museo Bernareggi getta la spugna In via Pignolo arriva l’Università
Quindi il museo Bernareggi getta la spugna e lascia la sua nobiliare sede di palazzo Bassi-Rathgeb in via Pignolo? Sembrerebbe di sì, se verrà confermato il trasferimento di una parte del corso di laurea in Lettere della nostra università proprio nella prestigiosa sede di via Pignolo 67. Che il Bernareggi sia un museo che non è mai riuscito a imporsi davvero all’attenzione della città e dei visitatori esterni è un dato abbastanza evidente, stando almeno alle statistiche, che parlano di cinque-seimila visitatori l’anno. Ma la struttura riveste un significato profondo, sottolineato già dal vescovo Adriano Bernareggi che resse le sorti della diocesi fino ai primi Anni Cinquanta, vescovo di particolare acume e preparazione culturale. E si trova nel borgo più bello di Bergamo, in uno dei palazzi più affascinanti, che risale al Cinquecento. Tuttavia non è mai partito un circolo virtuoso con le vicine Accademia Carrara e Gamec. Perché? Risponde il presidente del Bernareggi, Giuseppe Giovanelli: «No, il fatto non è che il museo se ne va da via Pignolo. Abbiamo cercato un’intesa con l’università per una condivisione, unendo due mondi culturali attigui, pensando che il Centro arti visive dell’università è molto affine all’identità del nostro museo, come un abbraccio esiste anche rispetto al corso di laurea in moda e arte di Lettere. Il museo quindi non se ne va, resta con la propria sala espositiva e nella condivisione delle iniziative. Non bisogna dimenticare che l’aspetto didattico è fondamentale per il Bernareggi che in questi anni si è molto impegnato per portare l’arte e la sua storia nelle scuole, fra la gente».
Per Giovanelli non si tratta di uno stop, ma di una nuova...