Il troppo stroppia

Non è vero che c'è sempre sold out Quella tendenza a dire tutto esaurito

Non è vero che c'è sempre sold out Quella tendenza a dire tutto esaurito
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Un festival sul viaggio mancava. Per Bergamo, poi, è stata una ventata di novità. Insomma, diciamolo: la prima edizione dell’UlisseFest, in buona sostanza la festa di Lonely Planet, cioè le «bibbie» dei viaggiatori di tutto il mondo, è andata bene. Ce ne fossero, di manifestazioni di questo livello. La seconda edizione sarà ancora più bella, ne siamo sicuri. Detto questo, molti incontri non hanno fatto il tutto esaurito. Tutt’altro. E ci mancherebbe. Difficilmente, quando si tratta di conferenze, si fa il pienone, a meno che non ci siano nomi di notorietà notevole, anche televisiva. Toni Capuozzo e chef Rubio, ad esempio. O che la manifestazione abbia un tema dalla connotazione forte, con un’organizzazione ramificata e strutturata nella società locale, a partire dalla scuola. BergamoScienza, cioè. Nessun osservatore si aspettava questo dalla prima edizione di UlisseFest. Eppure, c’è qualcuno che ha parlato di tutto esaurito, specificando anche che il termine riguardava tutti i 60 appuntamenti della kermesse.

 

 

È una tendenza sempre più diffusa, non solo a livello locale, quella di dare l’idea che quel tal concerto o quella tale conferenza siano stati un successo clamoroso di affluenza. Tutti dei concerti di Vasco in miniatura, in sostanza. Ma il concerto di Vasco ci ha anche fatto capire cosa significa un pubblico di 250mila persone (qui il dato sembrerebbe oggettivo). Ci sembrerà sempre meno realistico sentir parlare di un milione di persone al concertone del primo maggio a Roma. Che la questura, alla fine, non sia per niente in malafede? Non serve la questura per UlisseFest, ma basta una foto sotto il palazzo della Ragione. Tutto molto bello, ma qualche sedia vuota non è un’onta incancellabile.

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